“San Gennaro, sarà il dodicesimo uomo in campo”. Parola del Cardinale Sepe

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Ieri l’Arcivescovo di Napoli, Cardinale Crescenzio Sepe, è arrivato a Dimaro per il consueto appuntamento per la celebrazione della Santa Messa. Nel campo di Carciato, Sepe ha celebrato la Messa, presenti il presidente De Laurentiis, Ancelotti, la squadra e tutti i tifosi.

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Una celebrazione decisamente fuori dagli schemi è stata quella di ieri. La sua omelia ha assunto toni decisamente particolari: «Il sogno si deve tramutare in realtà, il Napoli ha anche il dodicesimo calciatore che c’è ma non si vede (San Gennaro). E poi abbiamo preso il meglio del meglio degli allenatori, mister Ancelotti deve farci vincere». Essendo già in uno stadio, partono anche cori e applausi. E il cardinale prosegue nella sua omelia chiamando il capitano: «Hamsì (testuale), ha fatt’ buono. A Cina è lontana. E cca stai in grazi e’ Dio».

Alla fine della celebrazione l’abbraccio col presidente, mentre dalla tribuna parte il coro: «Chi non salta juventino è». Salta l’eminenza, e pure De Laurentiis. Poi il cardinale si concede alle interviste e qui una sua affermazione farà sicuramente discutere: «La Juventus ha preso Cristiano Ronaldo, ma i veri cattolici siamo noi del Napoli e vinceremo lo scudetto. E poi un uccello non fa primavera. Una squadra è come in un’orchestra. Puoi avere anche il primo violinista, ma se gli altri non suonano in armonia è inutile. Un’orchestra riesce ad esprimersi al meglio quando ha un maestro d’orchestra che riesce a mettere insieme i vari orchestrali. Noi il maestro ce l’abbiamo, gli orchestrali sono buoni, si tratta solo di suonare alla fine l’inno alla gioia con lo scudetto del Napoli».

 Poi ancora un passaggio su Marek Hamsik? «Ma che va a fare in Cina… Lì dopo due mesi già si sarebbero dimenticati di lui. Invece qua gli hanno trovato un bel ruolo, è contento, e credo che potrà dare ancora un contributo come regista. Mentre Insigne rappresenta il Napoli come squadra a livello internazionale, ma è anche il simbolo del riscatto della napoletanità che ha bisogno di personaggi come lui per dire che a Napoli non tutto è perso, ma che si può con l’impegno e la professionalità arrivare a ruoli importanti». 
La Gazzetta dello Sport

 

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