Minacciarono il collega Carlo Alvino, tre divieti di dimora a Fuorigrotta per gli autori del reato

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Tre divieti di dimora a Fuorigrotta sono stati notificati ieri mattina a carico di tre presunti teppisti, ritenuti responsabili delle minacce a carico del giornalista del Tv Luna (e volto storico del giornalismo sportivo napoletano) Carlo Alvino.
Ad essere raggiunti dal provvedimento cautelare sono Alberto Mattera, Rocco Capasso e Pasquale Di Gloria, sedicenti tifosi riconducibili al gruppo «Ultra 72», che da ieri mattina devono difendersi dall’accusa di violenza privata e di minacce. È stato il gip del Tribunale di Napoli Enrico Campoli a firmare i divieti di dimora a Fuorigrotta, sulla scorta di quanto avvenuto lo scorso 6 maggio, all’esterno dello stadio San Paolo, poche ore prima che avesse inizio il match del Napoli contro il Torino.
Immagini diventate virali, due filmati finiti al centro dell’inchiesta condotta dalla Digos del primo dirigente Francesco Licheri.
In sintesi, in un primo video, Alvino viene costretto ad interrompere la propria diretta con i tifosi, a causa dell’intervento di Mattera e soci: «Non ti picchiamo, ma te ne devi andare», fu la spiegazione in presa diretta.
LA FARSA
Ma ad aggravare la situazione, secondo quanto emerso dalla misura cautelare, è il secondo video, quello in cui i tre sedicenti tifosi si presentano di nuovo dinanzi alla telecamera di Tv Luna, accanto a un sorridente (ma decisamente imbarazzato) Carlo Alvino per negare la tesi dell’agguato, per sgomberare il campo da ogni accusa di violenza. Invece di «apparare», invece di mettere a posto la cosa, lo scenario si è aggravato, tanto da spingere il gip Campoli a parlare di «farsa macchiettistica» imposta al malcapitato Alvino pur di evitare iniziative giudiziarie.
Ma cosa ha provocato una simile rappresaglia? Perché zittire, intimidire un giornalista durante il suo lavoro? Indagine condotta dai pm Stefano Capuano e Danilo De Simone, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Rosa Volpe, si va a ritroso.
C’è un antefatto: stando a quanto emerso finora, a provocare la rabbia dei tre indagati è un’intervista resa dal presidente del Napoli De Laurentiis ad Alvino, ritenuta troppo morbida, poco aggressiva. E sono sempre gli uomini della Digos ad evidenziare la presenza di uno striscione sugli spalti in cui Alvino è stato pesantemente offeso. Scrive oggi il gip Campoli a proposito dei tre di Ultra 72: «Si tratta di soggetti inclini alla sopraffazione», anche in relazione ad alcuni precedenti puntualmente segnalati dalla Digos. Anni fa, infatti, Mattera venne coinvolto in un’indagine per estorsione ai danni della società, in seguito al lancio di petardi durante un match casalingo del Napoli (vicenda nella quale Mattera è stato poi assolto in appello).
E sono sempre le conclusioni del giudice a fare luce sul secondo video, quello in cui si cerca di veicolare una scena più rassicurante rispetto al primo filmato. Spiega il giudice: «Il secondo filmato offre in modo evidente una macchiettistica rappresentazione della violenza», anche e soprattutto alla luce della «stessa disponibilità della persona offesa», o «del timore reverenziale manifestato da Alvino verso quella frangia del tifo organizzato».
IL TIMORE
Uno scenario particolarmente grave, che aveva spinto la Procura di Napoli a chiedere l’applicazione del divieto di dimora in tutta la città di Napoli, proprio per evitare che ulteriori minacce o tentativi di condizionamento della parte offesa potessero ripetersi in altre sedi.
Una linea condivisa solo in parte dal giudice, per il quale il divieto di dimora va circoscritto alla sola Fuorigrotta, mentre sul piano amministrativo potrebbero scattare dei «Daspo» per impedire agli indagati di presentarsi sugli spalti in vista delle partite del Napoli.

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Fonte: Il Mattino

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