De Laurentiis: “Reja sarà con noi e Grava per costruire un regno attorno al Napoli”
L’erba dei vicini è sempre stata più verde e a Manchester (stavolta sponda City) sa di speranza: il calcio che verrà è un universo da attraversare senza negarsi nulla, men che meno qualcosa che sfondi nell’orizzonte e se ne appropri, guidando in un sogno. L’ultimo stadio (che poi sarebbe il prossimo) per ora è un’idea meravigliosa, un lampo abbagliante che segni il modernismo, che lasci un segno, che rappresenti un ponte verso il futuro per il Napoli e lo trascini, possibilmente, tra le stelle. John John, otto anni, è stato il testimone (con un suo amichetto) di quei campus, di quell’atmosfera, della magìa d’un football da importare e poi da personalizzare: e i nonni, in questo caso De Laurentiis, a volte guardano il mondo con gli occhi dei nipotini.
Cosa c’è scritto nell’agenda personale di Aurelio De Laurentiis?
«Tante belle iniziative. E soprattutto che bisognerà costruire intorno a questa squadra un suo regno».
La sua ossessione si chiama stadio.
«Abbiamo cominciato da Castel Volturno e vedrete, quando sarà finito, quali novità ci saranno. Però ho anche firmato un accordo di ricerca con una società specializzata per individuare cento ettari di terreno da comprare».
Ha già individuato l’area?
«Diciamo che potremmo non stare dentro al Comune di Napoli ma chiaramente nella Regione Campania, con cui ho interloquito recentemente e con effetti che mi sembrano positivi».
Una indicazione sarà possibile riceverla.
«Pensiamo che sia conveniente per tutti fare in modo che la struttura nasca nei pressi di zone servite dalle ferrovie. La logistica è importante e il pubblico ha priorità assoluta».
Il suo progetto più o meno recentemente indugiava intorno a spazi contenuti.
«Uno stadio da trentamila posti, ma proiettato nel futuro, capace di essere accogliente ma anche d’aprirsi a spettacoli d’altro genere, penso ad esempio i concerti. Con una sua acustica che arrivi ad ogni settore e una manutenzione che non pregiudichi poi l’attività centrale, che rimarrebbe il calcio. Una funzionalità ampia, insomma».
E un Centro Sportivo altrettanto imponente.
«L’intenzione è, oppure sarebbe, quella di poter avere dodici campi da gioco, sul modello del Manchester City. Ho mandato lì gli architetti a studiarlo, per averlo come punto di riferimento. Ci dovrebbero essere gli alberghi, gli uffici, il settore giovanile. E la prima squadra, invece, rimarrebbe a Castel Volturno».
Fattibilità non immediata.
«Ci sono tempi, scadenze e burocrazia: ma sarebbe bello concludere quest’iter, compresa la costruzione dello stadio, entro tre anni».
Intanto riabbraccia Edy Reja, il primo allenatore con il quale con il quale ricominciaste a vincere.
«Torna con noi e con Gianluca Grava si occuperà del settore giovanile. Dicono sempre, e tutti, che la Campania venga depredata dei suoi talenti dai club del Nord. Ora speriamo di trovarli noi».
Fonte: CdS