L’altro azzurro: Insigne alter ego di Bernardeschi. Al futuro napoletano Verdi la 10?
IL 4-2-3-1 FUTURO: INSIGNE ALTER EGO DI BERNARDESCHI
Certo che un attacco Insigne-Verdi!
Si scrive 4-3-3 ma potrebbe presto leggersi 4-2-3-1. L’impressione è che Mancini abbia cominciato con il sistema tattico dettato dalle convocazioni, ma che l’obiettivo sia un altro. Meno immediato semplicemente perché il «10» classico non c’è. Se il finale di Francia-Italia non mente, l’Italia ideale del c.t. ha il doppio centrale (a Nizza Cristante-Mandragora) e una linea a tre (contro la Francia Chiesa-Insigne-Bonaventura) dietro al centravanti. Sistema più moderno e che protegge meglio la difesa, non avendo noi un centrale fisico alla Busquets, quasi stopper aggiunto, allo stesso tempo geometrico. Quello che Jorginho fa mirabilmente nel Napoli – possesso, triangoli, lanci a tagliare le linee – non è replicabile in Nazionale con altri interpreti e tempo minimo per lavorare. La coppia Caldara-Bonucci ha sofferto la mancanza di uno schermo.
INSIGNE-VERDI Servirebbe quindi un «10». Quello che più s’avvicina all’identikit è Verdi, anche se per esigenze tattiche è sulla fascia che l’ha schierato da Donadoni: però appena tre «gettoni» e un’attitudine a un ruolo cruciale tutta da confermare. Non c’è dubbio che la quadratura del cerchio sarebbe l’evoluzione di Insigne: una svolta per un giocatore fin qui soltanto attaccante sinistro di un tridente. Missione che può riuscire con l’eventuale, ma necessaria, collaborazione di Ancelotti. Conte, con il suo 3-5-2, ha trascurato il napoletano. Ventura lo ha addirittura allargato nel 4-2-4, depotenziandolo. Il 4-2-3-1 obbligherebbe quindi a rinunciare a un giocatore che però ha quasi tutto – piedi, fantasia, dribbling – per quel ruolo. Anche la testa?
Fonte: gasport