L’ex ct della Nazionale Ventura è intervenuto a Radio Crc:
«Spero che la mia vacanza finisca presto. Questo campionato mi è piaciuto perché per la prima volta la lotta è stata aperta fino alla fine per lo scudetto, per la Champions, per l’Europa League e per la retrocessione. La serie A è stata di una competitività incredibile e per questo il campionato più affascinante dell’ultimo decennio. Quando si dice che bisogna abituarsi a vincere, in realtà c’è un fondo di verità. Il Napoli quest’anno ha perso due partite dovute alle vittorie della Juventus: contro la Roma e contro la Fiorentina. Il risultato della Juventus ha inciso sull’aspetto psicologico della squadra ed è qui che il Napoli deve fare un altro piccolo passo avanti. Quando allenavo il Napoli eravamo all’inizio della costruzione della squadra, ma in breve tempo il club ha fatto una crescita esponenziale e vanno fatti i complimenti alla società. Ora, manca la ciliegina: vincere qualcosa per raccogliere tutto quanto seminato in questi anni. Deluso, arrabbiato o tradito? La mia figura la associo a tutti e tre gli aggettivi, ma non voglio argomentare per non scendere nei dettagli. Al momento vorrei evitare, poi ci sarà tempo e modo, ma il mio obiettivo è riprendermi quello che ho lasciato. Ho vissuto 30 anni di calcio in maniera corretta e professionale raggiungendo risultati sportivi ed economici per cui vorrei semplicemente riprendere a fare ciò che so fare. Ho tanta voglia di tornare ad allenare, ma non allenerò mai più una Nazionale. Non vivere la squadra tutti i giorni non è il mio lavoro: io devo stare sul campo, prendere giovani e farli diventare importanti, lavorare giorno per giorno con tutto il gruppo, è questo il mio lavoro. In uno sport di squadra non c’è mai una persona che da sola riesce a vincere e se non vince da sola, non può neppure perdere da sola. Però, non entro in questi discorsi, dico solo che spero di far parte del prossimo campionato. Contatti con squadre di Serie A? Con mia grande sorpresa, ho avuto più di un contatto, ma non mi posso permettere di sbagliare. Dico però che ho una grande voglia di rimettermi in gioco e rispondere non a parole, ma sul campo».
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