L’approfondimento di R. Muni: “Dalla rivoluzione sarrista a quella presidenziale”

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Maurizio Sarri non è più l’allenatore del Napoli e di questo bisognerà prenderne atto. Dopo tre stagioni di alto livello, numeri da record inanellati durante la sua gestione, record frantumati e con il sogno scudetto scippato con la prepotenza, il tecnico nativo di Bagnoli ci ha salutati. Personalmente, conserverò gelosamente le gesta sarriste e le giocate degne di un videogame che i suoi boys hanno hanno imparato a sviluppare in campo. Luciano Spalletti, tecnico dell’Inter e toscano come Sarri, di recente ha sottolineato la grande bellezza espressa dal Napoli di Sarri, arrivato fino alle porte del ‘palazzo’ con l’idea di stravolgere le gerarchie in campo. Un moto rivoluzionario che aveva l’ambizione di conquistarlo quel palazzo, regalando un sogno tricolore che tutta Napoli avrebbe meritato, per quanto visto in campo. Quella rivoluzione è stata stroncata dopo la presa di Torino, proprio quando la squadra azzurra aveva dimostrato che il gioco, la passione e la voglia di un gruppo granitico erano sufficienti per colmare il gap con quelli più forti, ricchi e vincenti di diritto. Ci mancherai Maurizio, ci mancherà il tuo calcio che ci ha fatto gioire e sognare, vincere e divertire. Ci mancherai uomo in tuta, che ti sei fatto amare per la tua incredibile schiettezza e per quel tuo anticonformismo che è diventato il nostro orgoglio. Ci mancherà il tuo spirito rivoluzionario e ti diciamo grazie per l’amore che ci hai regalato, difendendo Napoli sempre, in prima linea, da chi ha nel proprio DNA tracce ben visibili di razzismo. Se la rivoluzione sarrista non ha avuto l’epilogo che avrebbe meritato, una nuova è stata compiuta nelle ultime ore dal patron Aurelio De Laurentiis in prima linea: l’annuncio di Carlo Ancelotti come nuovo allenatore del Napoli. Presentare il tecnico che ha regalato la decima Champions League al Real Madrid è inutile. Alzi la mano chi non conosce il pedigree di uno dei tecnici italiani più vincenti della storia. Un allenatore che da solo ha vinto più coppe dalle grandi orecchie della Juve. Il segnale che Don Aurè ha voluto lanciare è chiaro ed inequivocabile: nessuno osi pensare ad un ridimensionamento anzi, alziamo l’asticella ancora di più. L’ingaggio dell’ex mediano campione d’Italia con Roma e Milan è garanzia di vittoria, di aumento del prestigio internazionale, nonché catalizzatore di grandi calciatori. Se c’era un nome in grado di aumentare ulteriormente il Napoli dopo Sarri, questo è senza dubbio Carlo Ancelotti. Negli ultimi tempi, il buon Carletto avrebbe rifiutato la panchina dell’amato Milan, poiché non avrebbe ottenuto garanzie per il mercato. È facile pensare che De Laurentiis gliene abbia offerte, stuzzicando la fantasia di una piazza che ritiene solo posticipata la festa per lo scudetto numero tre. Benvenuto Carlo, benvenuto nella città di Partenope che saprà amarti fino al punto di non voler più andare via! Un invito a Don Aurè: completi finalmente l’opera, senza lasciare per strada l’ultimo ma fondamentale tassello. Avanti Napoli, Avanti!

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni
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