E pensare che, nonostante tutto, il San Paolo ha chiuso in uno straordinario crescendo la sua ( già di per sé) eccezionale stagione. Strano ma vero, eppure per le ultime due, Napoli-Torino e Napoli-Crotone, c’erano allo stadio rispettivamente 47.057 e 51.382 spettatori. Una sorta di ossimoro legato alla situazione, un amabile controsenso, ove si pensi che a quel punto – a partire cioè dalla giornata numero 36, subito dopo l’incaglio Viola – il campionato degli azzurri aveva ancora ben poco da dire. Se non il fatto d’aver consegnato al Napoli una Champions più che legittimata. Ma se fosse arrivato l’altro traguardo, quello a lungo accarezzato e per lunghi tratti padroneggiato , nessuno avrebbe mai potuto gridare allo scandalo.
SCUDETTO DEL TIFO. Numeri fantasmagorici per un pubblico inimitabile, risoluto a presenziare in massa all’ultima di campionato, sin quasi al sold out: 51.382 col Crotone, è bene rimarcarlo, nel giorno del ringraziamento, dei saluti, ma anche dei toccanti addii. Se il Napoli ha rasentato lo scudetto, i suoi tifosi l’hanno incontestabilmente vinto. E l’ulteriore conferma di tutto ciò è arrivata da un Maurizio Sarri che, visibilmente commosso, s’è fatto domenica sera un giro intero di campo, prodigandosi in inchini che trasudavano profonda riconoscenza. Il doveroso tributo ad un pubblico che gli ha chiesto esplicitamente di restare, dopo avergli consegnato (da subito) le chiavi del cuore, dopo averlo definito “uno di noi”. Motivo in più per pensarci su bene. I supporter azzurri, a detta dello stesso tecnico “stupendi per tutto l’anno”, non si sono mai eclissati, se non in qualche singolo episodio europeo (alcune di Champions ed Europa League), costretti a soprassedere soprattutto per motivi legati alla “tasca”. Spesso stoppati a causa dei paletti (economici) imposti da un calendario straripante.
Fonte: corrsport