Prandelli: “Il calcio del Napoli, un marchio in Italia e in Europa”

L'ex c.t. dell'Italia esalta il gioco del Napoli e spera che Sarri resti in azzurro

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Prandelli: “Il calcio del Napoli, un marchio in Italia e in Europa”

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In un’intervista rilasciata al CdS, l’ex c.t. dell’Italia Cesare Prandelli analizza la stagione del Napoli di Sarri e della Juventus di Allegri esaltandone le loro caratteristiche in vista anche della prossima stagione

“Questo dibattito è appassionante, è la conferma di quanto il calcio italiano sia ancora vivo e ricco di idee, per questo non dobbiamo banalizzarlo trasformandolo in una guerra di religione o ancora peggio in un “vuoi più bene a mamma o a papà”. Sarebbe un errore e perderemmo un’occasione di crescita.
Per prima cosa dobbiamo fare una distinzione netta fra settore giovanile e prima squadra e voglio partire da quanto dice Allegri sui vivai che fanno crescere i ragazzi come polli in allevamento. Ha ragione, eccome se ha ragione. Il settore giovanile deve essere imperniato sulle conoscenze del calcio, sulle capacità dei giocatori di leggere le situazioni di gioco, ma alla base deve esserci la tecnica. L’allenatore deve migliorare i ragazzi sul piano della qualità tecnica. E’ chiaro che più vai avanti, anche nel settore giovanile, e più ti chiedono di aggiungere qualcosa, il carattere, la mentalità e alla fine l’obiettivo è vincere. Quando allenavo i giovani dell’Atalanta, il responsabile del settore era Favini e lui puntava decisamente sulla qualità”.

LA QUALITÀ DI GIOCO

“La prima squadra è un discorso diverso. Allegri in certi momenti ha giocato anche bene, con Cuadrado, Dybala, Higuain, Mandzukic e Douglas Costa, ha giocato con quattro o cinque punte, poi vinci il campionato, hai la miglior difesa, hai il miglior attacco, cosa vuoi di più? Se critichi uno così, vuol dire che è in atto una guerra di religione. Al tempo stesso, quando Sarri era a Empoli si è salvato giocando bene, ma l’obiettivo era salvarsi e non fare accademia. E’ andato a Napoli ha avuto l’intuizione, la genialità di capire che con Hamsik, Insigne, Callejon e Mertens, i quattro giocatori offensivi del Napoli, si poteva fare quel tipo di calcio. Sono quattro giocatori che hanno la capacità di attaccare la profondità, di tagliare, di giocare veloci e di infilarsi in area di rigore, così Sarri ha sfruttato quelle caratteristiche e automaticamente viene fuori un calcio molto piacevole, un calcio di costruzione. Così puoi anche vincere. Poi è chiaro che in certi momenti punti a portare a casa il risultato, nei minuti finali una squadra che vuole vincere cerca di vincere. Se nel finale di una gara metti dentro Barzagli e schieri la difesa a tre, dai sicurezze, prendi i 3 punti e diventi la squadra con la miglior difesa”.

LE DIFFERENZE

“Il senso è sfruttare le caratteristiche dei giocatori. Quando allenavo la Fiorentina nell’anno in cui Toni vinse la Scarpa d’Oro con 31 gol, all’inizio lui tornava indietro per giocare. Gli dissi: “Oh, ferma un attimo, per quelle zone ci sono altri giocatori, tu resta in area, quella è casa tua, lì sei il più bravo d’Italia. Divertiti lì dentro. Io devo cercare di portare la squadra e il pallone in area dove ci sei tu”. E così abbiamo fatto un calcio piacevole. L’anno scorso Guardiola nel City aveva la stessa base di quest’anno, ma non aveva gli stessi giocatori, per questo ha vinto adesso e non prima. Ora Liverpool e City sono due squadre moderne che giocano un calcio veloce e aggressivo perché hanno giocatori con quelle caratteristiche. La straordinaria capacità di Allegri è aver sfruttato le qualità dei suoi giocatori. E guardiamo la netta differenza col Napoli: la Juve ha tutti elementi che vogliono la palla sui piedi, come Dybala, Higuain, Mandzukic. Con quei calciatori non puoi giocare in nessun modo come il Napoli. E’ per forza un calcio diverso.
Fossi tifoso del Napoli, sarei orgoglioso della mia squadra perché da tre anni gioca un calcio superlativo, un calcio con un marchio evidente non solo in Italia ma anche in Europa. Dovrebbero continuare su questa linea. Ma sarei orgoglioso allo stesso modo della Juve se fossi tifoso juventino, Allegri ha vinto 4 scudetti, 4 Coppe Italia di fila e per due volte è arrivato in finale di Champions. E’ difficile andare più in là”.

Fonte: CdS

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