Il razzismo. Se ne avverte la presenza sempre, tutte le domeniche. Stranamente in una si sente il bisogno di intervenire. Tanta rabbia e anche un’accusa da parte del magistrato Tullio Morello. «Sono cose che ci fanno soffrire, perché quando sei in trasferta e senti 30mila persone che insultano te e la tua città è difficile non reagire. Ferisce anche il commento di tante persone qualificate che definiscono queste cose come sfottò, quando gli sfottò sono ben altri. E mi fa sorridere che l’interruzione della gara sia arrivata solo domenica perché si trattava di una partita che contava zero: a Firenze erano state più gravi e più brutte e nessun ha fatto niente. Ho paura che a lungo andare ci allontaneranno da questo giocattolo».
Anche l’avvocato Carlo Claps, presidente del comitato italiano a difesa dei tifosi, si è schierato in maniera decisa. «Trovo inaccettabile il fatto che la Federcalcio e tutte le istituzioni calcistiche si limitino a una tiratina di orecchie, al massimo una multa, e se qualche volta come anche nei casi di razzismo, ci scappa la squalifica, subito dopo ecco che interviene la condizionale a cancellare ogni forma di sanzione». Un «delirante modo di concepire l’appartenenza alla squadra»: così il questore di Napoli, Antonio De Iesu, definisce i cori contro il Napoli e la città.
Il Mattino