Dalla bellezza alla concretezza: ADL può rispondere alle critiche solo con un allenatore vincente come Conte o Ancelotti

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“La resa del Napoli non è certo avvenuta ieri. Ha origini lontane. Lunedì 26 febbraio alla Sardegna Arena di Cagliari c’è stata l’ultima notte del calcio champagne di Sarri. Gli azzurri erano + 4 sulla Juventus (a cui era stata rinviata la partita con l’Atalanta) a 12 giornate dalla fine del campionato. 69 punti il Napoli e 68 punti virtuali la Juventus. Nelle 10 giornate successive la Juventus ha fatto 23 punti. Una bella media ma non spaziale. Una media con la quale si finirebbe il campionato a 87 punti. La Juventus ha perso punti con Spal e Crotone e ha perso lo scontro diretto per lo scudetto in casa. Ma il Napoli è stato capace di fare la miseria di 16 punti in 10 partite. Una media a stento da Europa League. Simile a quella del Crotone di questo stesso periodo”. Un’analisi precisa e fondata sui numeri degli ultimi due mesi di campionato quella del giornalista Roberto Conte nel suo editoriale per “Campania Radio Sport” su Radio Punto Zero. “Nonostante si fosse fatto buttare fuori da quelle competizioni che ad altri portano denari e per il Napoli sembravano distrazioni – spiega Conte – la squadra di Sarri, allo stremo delle energie, con gli ormai celebri titolarissimi spremuti da agosto senza soste, ha perso in casa con la Roma prendendo 4 goal, ha fatto 0 goal in 180 minuti a San Siro con le due milanesi, ha pareggiato a Sassuolo, ha preso 3 palloni a Firenze nella partita della vita e ieri ha regalato punti anche al Torino. Però se è il Presidente, dopo aver ampiamente sottolineato che la Juventus è stata aiutata dagli arbitri anche quest’anno, a far giustamente notare che non c’è una partita sbagliata ma un trend di 10 partite con zero benzina e senza varianti tattiche viene travolto dalle critiche e dagli insulti”. Per Conte è giunto il momento di analizzare anche le colpe del tecnico: “Napoli è una città strana, così sofferente che ha spesso bisogno di eroi, anche quando questi eroi sono molto effimeri o forse soprattutto in questi casi. Il Comandante Sarri come Masaniello o come il Comandante Lauro per chi conosce la storia di questa città. Ieri lo abbiamo anche applaudito ed osannato perché Sarri è un grande lavoratore ed ha dato tutto quello che aveva. Non ha dato solo quello che non aveva. Come la duttilità tattica e gestionale che proprio non ha nel suo bagaglio tecnico e culturale. Ha pianto l’assenza di Milik per mesi e poi da quando Milik è tornato sono passate 10 partite e non ne ha fatta una da titolare né si sono fatti più di pochi minuti con l’interessante variante del 4-2-3-1 di cui lui stesso lamentava l’impossibilità di utilizzo senza Milik”. Adesso evidenzia Conte “Sarri saluta Napoli con tre mezzi campionati vinti ed un alone di incompiutezza che temo lo avrebbe accompagnato anche nei prossimi anni. Ora la palla passa al presidente. Le sue critiche assolutamente corrette vanno legittimate con un miglioramento rispetto a ciò che si lascia. Un allenatore vincente in modo comprovato: un Conte, un Ancelotti. Altrimenti ci sarà l’ennesima scommessa e gli insulti fuori misura del San Paolo troveranno un nuovo fertile terreno”.

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Fonte CAMPANIA RADIO SPORT

L’editoriale di Roberto Conte

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