L’attacco del Napoli manca dell’ultimo passaggio e del guizzo finale. I soliti tre si rivelano la parte stanca di un Napoli che pur dominando non chiude. E’ la parte che fatica e ricama, che concretizza e rende merito al resto del gioco che vive di linee che gli avversari non captano mai con estrema certezza. Oggi il Napoli la davanti è stanco e poco lucido. Callejon impatta sulla grande partita dell’esterno del Chievo che poco concede nelle diagonali. Mertens fatica ed Insigne è debole nelle conclusioni. La storia della partita sembra disegnare uno zero a zero di sbadigli e rimpianti, di mischia e di sfortuna, di pali e di tiri andati a male. Qualcosa succede, entra Milik. Insigne lo imbecca in un inserimento perfetto con il conta giri ed il San Paolo torna a sognare. Neanche tre minuti e dalla penombra esce Diawara. Non te lo aspetti. Nessuno ci avrebbe scommesso, neanche Maran che aveva impostato la sua partita di densità ed aggressività e portava a casa un risultato immeritato senza fare i conti con il mistero della penombra, Diawara. Il resto è storia. Il resto è Milik uomo in più in questo finale da brividi. Il resto passa per i piedi saggi dei calciatori azzurri e dalla guida illuminata di Sarri. Dare fastidio ad una Juve che può cadere perché questo Napoli può dare pensieri strani. Anche la penombra è alleata in questo misterioso finale.
Alessandro Tullio