A Roberto De Zerbi non piacciono le rese, non gli vanno giù certe sconfitte e fa fatica a metabolizzarle. Quella col Cagliari gli è rimasta sullo stomaco e ogni volta che ci pensa gli sembra di rivivere un incubo: «Spero che anche i giocatori ce l’abbiano ancora ben chiara in mente, io non l’ho digerita. Prendere gol come abbiamo fatto noi al 91′ e al 97′ senza che gli avversari abbiano mai tirato in porta prima, vuol dire che non stiamo più parlando di calcio, ma di qualcosa che a noi manca sul piano mentale. I problemi non sono più quelli dei calci da fermo, anche se nelle ultime tre partite non abbiamo preso un solo gol su azione. Comincio a credere che ci sia una vera e propria fobia dei calci piazzati». Non vuole sentir parlare di cali di motivazione: «Qui, a partire da me, nessuno, fatta eccezione per Sagna e Sandro, ha fatto la Serie A per anni. Allora anche giocare una sola partita nella massima serie deve dare stimoli. Dobbiamo giocare ogni partita come se dovessimo farne ancora trenta e non dieci».
EMERGENZA – L’avversario non è tra quelli che si affrontino a cuor leggero. La Lazio è tra le migliori del campionato, ancora in corsa per la Champions. «E’ una partita difficile contro una delle squadre più forti d’Italia. Ma noi non dobbiamo snaturarci: cercheremo di disputare una partita come sempre propositivi, provando a fare qualcosa anche noi sul piano del gioco. Di sicuro non ci difenderemo e basta». Dall’infermeria non arrivano buone notizie. Nell’ultima settimana si è di nuovo affollata: «Dovremo fare a meno di Sagna e Viola, anche se il francese ha ripreso a correre. Ma è fermo anche Diabaté che ha preso una botta al fianco e Memushaj che ha una caviglia in disordine. Per di più Parigini è tornato dalla Nazionale under 21 con un problema e dovrà sottoporsi ad un’ecografia». Per fortuna sono tornati senza “danni” Djimsiti, Brignola e Tosca, così come arrivano segnali positivi da Iemmello: «Sta bene, potrebbe anche giocare dall’inizio».
TURN OVER – E’ una parola che non piace al tecnico bresciano, ma che non può ignorare: «Faremo tre partite in sette giorni e devo tenerne conto. Non certo perché abbiamo la possibilità di fare il turn over, ma perché ho giocatori che non possono reggere tre gare in una settimana. Prendiamo Sandro: se fa 90′ con la Lazio, non può farne altrettanti col Verona o con la Juventus. Così come mi ritrovo a dover gestire D’Alessandro». Una cosa è certa: le scelte con la Lazio non saranno condizionate dalle prossime partite: «Penso alla gara che dobbiamo disputare sempre come se fosse l’ultima, non farei mai le scelte in funzione di Verona e Juve. Dopo però dovrò prendere atto delle condizioni dei giocatori».
VAR – Una stoccatina all’avversario, ma senza voler cercare alcuna polemica: «Mi piace dirlo prima che possa accadere. Ecco, la Lazio si è lamentata tanto del Var: non vorrei che il Benevento possa essere la vittima predestinata per sistemare tutto quello che è accaduto fino ad oggi. Perché se la squadra biancoceleste si è lamentata di scarsa attenzione, noi potremo scrivere addirittura un dossier. Ma a me non piace lamentarmi, né prima, né dopo».
Corriere dello Sport