Definire Maradona è da sempre un’ impresa. Da pibe de oro a mano de Dios, a D10S stesso. In Argentina come a Napoli, lui è indefinibile, l’astratto e la poesia che non si possono delineare semplicemente a parole. Diego Maradona è un sentimento popolare, una luce che nessun disegno riesce ad esprimere e nessun maestro della fotografia potrà mai cogliere. La pensa allo stesso modo anche Gabriel Batistuta, grande bomber argentino e lo afferma ai microfoni del CdS:
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Cosa è stato Maradona per il calcio argentino e per lei?
«Per me è stato il più grande di tutti. Diego rappresenta anche l’argentino in tante cose, non solo del calcio. E’ il primo che ci ha portato alle stelle, vincendo il Mondiale. Ha carisma, aveva un talento e una fantasia rari. Messi, anche se tecnicamente è uguale o magari superiore, non riesce a superarlo. Il carisma di Maradona non è quello di Lionel. Diego poteva anche gestire lo stadio, tutti guardavano lui. Ho giocato con lui e le posso dire quanto fosse decisivo tecnicamente per la squadra. Io ho visto cosa succede accanto a Diego, vive accompagnato da una luce particolare. Anche se non sono d’accordo con molte cose che lui fa – il suo stile di vita non è il mio, io sono quasi l’opposto- noi due abbiamo però una buona relazione e per me lui è e resterà il più grande».
Se dico che Maradona è poesia e Messi è prosa è giusto?
«Sì, mi sembra una definizione bella e corretta».
Quello che manca a Messi è quel di più, di poetico, di epico…