Il monito Borrelli: «Cannavaro e Ferrara vogliono speculare ma l’impianto è pubblico»

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Non sarà semplice, ma nemmeno impossibile un accordo con la Giano di Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro per la questione Collana. Oggi ci sarà il vertice in Comune con l’assessore allo Sport Ciro Borriello e la Giano dove ciascuno scoprirà le sue carte. Il tema è molto semplice. C’è una sentenza del Consiglio di Stato che assegna il Collana alla Giano ma nella stessa sentenza è ribadito che «senza convenzioni con il Comune di Napoli» la stessa società privata non può fare nulla. Cosa significa? Dalla trasformazione urbanistica dello stadio a chi ci deve stare dentro l’impianto, tutto deve passare per Palazzo San Giacomo con sullo sfondo la Regione, proprietaria della struttura – che non può sfilarsi – dalla quale si aspetta comunque qualche segnale.

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Il sindaco Luigi de Magistris su questa spinosa vicenda ha cercato di fare chiarezza sul ruolo del Comune: «Intanto diciamo che è una vicenda che abbiamo subito – spiega – perché la Regione prima con Caldoro poi con De Luca ci ha portato a questo stato di cose. Il nostro obiettivo è uno stadio fruibile e aperto al più presto a tutti, vogliamo ascoltare chi ha piani di rilancio, è certo che adesso siamo a un punto finale della vicenda».

Il sindaco traccia la strada da seguire: «Incontreremo la Giano presto e metteremo intorno allo stesso tavolo tutti i soggetti. La priorità è riaprire il Collana al più presto. Visto che i lavori si dovranno interrompere, quelli per le Universiadi, chiederemo alla Giano di ripristinarli al più presto. Speriamo di convincerli, poi la questione è che si devono convenzionare con noi, perché senza Comune non si va da nessuna parte».

A cosa allude l’ex pm? È lui stesso a chiarirlo: «Non faremo prigionieri né guerre. Occorre salvaguardare le associazioni e i campioni che da anni fanno attività al Collana, impianto la cui natura è di essere stadio del popolo, popolare e multidisciplinare. Noi vogliamo essere garanti e facilitatori di un nuovo Collana bello e fruibile al più presto. Non possiamo consentire che con le Universiadi verranno rifatti tutti gli stadi di Napoli tranne il Collana».
Dunque oggi l’incontro con l’assessore Borriello che, al pari del sindaco, ha le idee chiare: «Il fatto nuovo è che il Consiglio di Stato ha assegnato l’impianto. Quello che il Comune vuole è che tutte le esperienze del Collana verranno salvate, ci sono eccellenze come la scherma con Sandro Cuomo, la palestra per la pesistica per i disabili, la parte dell’atletica, il Comune sarà parte attiva in difesa di questi affidatari».

L’amministrazione, giova ricordarlo, deve esprimersi e questo vuol dire anche bocciare, in base al Prg, la trasformazione del Collana. Nella sostanza converrebbe a tutti trovare un accordo, malgrado la strada sia abbastanza in salita atteso che dopo almeno tre anni di battaglie legali gli animi sono esacerbati, e che coniugare interessi pubblici e privati non è mai un fatto né semplice né scontato. Sullo sfondo la Regione – proprietaria della struttura – che volendo potrebbe far valere ancora l’opzione di un Collana quale «bene pubblico indisponibile» liquidando alla Giano le spese per i progetti presentati e rimettendo la palla al centro per un nuovo inizio. Non si tratterebbe di spese stratosferiche, anzi. Insomma può succedere ancora di tutto, nonostante il sindaco sostenga che «il Collana non farà la fine del Palargento», uno scheletro che è un vero monumento all’insipienza della classe politica locale. Dalla Regione per ora parla il consigliere Francesco Emilio Borrelli, che promette massima attenzione: «Dalle prime parole di Cannavaro e Ferraradice Borrelliemerge l’intento speculativo e del tutto legittimo della loro visione del Collana del futuro. La nostra preoccupazione è che in passato le visioni di imprenditori privati, che non hanno tenuto in giusto conto le esigenze di impianti sportivi pubblici, si sono trasformate in infinite beghe processuali e burocratiche che di fatto non hanno prodotto nulla se non degrado e abbandono, come è successo con il Palazzetto dello sport Mario Argento a Fuorigrotta che, a distanza di decenni, è ormai inesorabilmente chiuso». Il capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale conclude così: «Adesso per evitare un nuovo disastro il nostro impegno sarà trovare soluzioni ragionevoli e realizzabili coniugando le esigenze del pubblico con quelle dei privati che non devono speculare sulla pelle degli sportivi e dei cittadini del quartiere collinare». 

Fonte: Il Mattino

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