Il Napoli al centro della sua Italia, Di Biagio vuole vincere

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Nessun ct, prima di lui, ha raccolto una eredità che non c’è. Nessun ct, prima di lui, deve ricominciare praticamente da zero. Nessun ct, prima di lui, è stato investito dell’incarico perché non c’è nessuno disponibile prima di giugno.

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Gigi Di Biagio ha ambizioni personali e non può certo nasconderle. . O almeno così hanno spiegato Malagò e il vice commissario della Figc Costacurta che vanno a caccia dei pesci grossi (da Ancelotti a Conte, da Mancini a Ranieri) in vista della rinascita vera e propria.

«Andremo a Manchester per iniziare a rialzare un po’ la testa».

Costacurta sorride. «Se Di Biagio è qui è per quello che ha già dimostrato».
Ovvio, Di Biagio non c’entra nulla col flop dell’ultimo biennio. Ma il ruolo ad interim, da re Travicello, non deve certo fargli piacere. Al di là dell’onore di essere lì. «Insigne? È una certezza per tutti. Jorginho? Penso che in certe condizioni potrebbe anche giocare al fianco di Verratti. Magari possono coesistere, tocca a me trovare l’equilibrio giusto tra i due».
Che sia di passaggio non vuole pensarci neppure per un istante. Figurati: d’altronde in passato tante volte il ct dell’Under 21 è poi divenuto il ct dell’Italia. Perché non lui? E allora ha chiamato a raccolta tutto il mondo del centro federale, dal cuoco agli autisti, e ha parlato con schiettezza. «Dobbiamo ripartire tutti. E adesso».
La parola che ripete di più, che quasi mette in neretto, scandisce, è «coraggio». «pressarli alto mantenendo il giusto equilibrio tra fase offensiva e difensiva. Senza pensare che davanti c’è Messi o altri». C’è quella macchia incancellabile dell’eliminazione ai mondiali di Russia e solo a giugno sarà chiaro l’entità del disastro sportivo. «Io sono un uomo federale, da otto anni. Anche io mi gioco qualcosa, ma non è una priorità. Spero di mettere in difficoltà i vertici ma abbiamo altri obiettivi come quello di ridare passione ai tifosi. Il passato non si cambia».
La prima volta di Cutrone e Chiesa. «Ho chiamato Cutrone per le sue prestazioni e perché è con noi dall’Under 15. E dunque sa cosa vogliamo. Io non ho avuto la tentazione di chiamare qualche giovane in più per farmi dire che sono bravo perché chiamo i giovani. Chi viene deve essere pronto, non deve venire a fare il trentesimo del gruppo. Altrove si dice che si è giovani a 17 anni, da noi a 24 anni. E hanno ragione gli altri».
Di Biagio si è preparato a questa sua prima uscita ufficiale. Parla di Buffon che prima di fare il suo ingresso al centro di Coverciano ha parlato di una presenza per «aggregare il gruppo e in onore di Astori». «Vero, aggregherà ma giocherà anche. Deve darmi un valore aggiunto dentro e fuori dal campo. Giocherà uno o due partite, deciderò». Al solito, tocca a Balotelli. «Non è una chiusura, l’ho valutato, guardato e deciso. Ma non è una chiusura totale». Di Biagio ha poi voluto far vedere a tutti il primo allenamento. Coverciano porte aperte sarà uno dei leitmotiv della nuova era. Chiunque sarà alla guida della Nazionale.

Fonte: Il Mattino

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