Marolda: “La Juve ora ha meno certezze”

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Il parere ed il commento di Francesco Marolda al momento del campionato…La prevedibile imprevedibilità del calcio…

Ci voleva un supplemento d’immaginazione per pensare quello che è successo. O forse no. O forse sarebbe bastato non essere presuntuosi e malfidati e ricordarsi che, in fondo, è l’imprevedibilità l’unica cosa davvero prevedibile del calcio. La sua bellezza e la sua forza, alla faccia di chi vorrebbe trasformarlo in una scienza esatta. In una prova di forza senza appello. In una geometria prestabilita su un campo disegnato coi quadretti. Non è così. Il pallone non vende a nessuno il suo mistero e, anzi, continua a raccontare divertito storie di piccoli che fanno male ai grandi. Storie di “giant killer”. Di “ammazzagrandi”, insomma. Come questa Spal che mette il freno alle sicurezze della Juve che stava già tirando fuori dal suo mazzo il Settebello. E allora viene in mente una strana idea. Qualcosa alla quale non s’era mai pensato prima: e se invece della grandezza d’un gioco o d’un colpo da campione fosse proprio la voglia, la disperazione, l’orgoglio di chi s’aggrappa alla salvezza a decidere questo campionato? Fantasie? Probabilmente sì, ma pensarlo fa piacere perché restituisce al campionato il diritto d’essere combattuto e incerto sino all’ultimo momento. Già, ma poi bisogna anche finirla di fare i sognatori, perché in coda a quest’ultima giornata a rafforzarsi è la più banale delle convinzione: quella che vuole decisiva la “finale” del ventidue d’aprile in terra bianconera. Intanto, però, la storia è assai cambiata, perché quello scudetto che sembrava compromesso è tornato “nella disponibilità” della squadra azzurra. Tant’è che crederci non è più solo un dovere, ma un diritto.
Vero, contro il Genoa ci sono stati pure timori e patimenti e il blues napoletano non ha avuto sempre ritmi ed armonie decise, ma che potesse comunque essere vincente era nell’aria. Del resto, troppo importanti quei tre punti per abbandonarsi soltanto alla leggerezza d’un gioco privo di successo. E quindi, dopo i graffi dell’Inter e i paccheri presi dalla Roma, il Napoli è tornato quello d’una volta. Non bellissimo, è vero, ma sicuro di sé e caparbio e volitivo. Non ha tradito, insomma, nella notte delle ambizioni ritrovate. Nessun dubbio, la Juve è ancora prima, ma non ha più le certezze, le sicurezze di tre o quattro giorni fa. E chissà che non abbia ragione chi va ripetendo che chi insegue spesso è favorito. Ma che sia vero o no, il Napoli ci crede.

Fonte: CdS

 

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