Icardi ed Hamsik hanno due punti in comune

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Icardi/Hamsik vale a dire tatuaggi e nazionalità

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Tatuati. Oltre alla fame per il gol, i due capitani sono legati anche da una passione extracalcistica, quella per i tatuaggi. Il loro corpo come una cartina geografica sulla quale appuntare ogni avvenimento fermandolo nello spazio e nel tempo. Perché nel caso di Hamsik la cresta sulla testa non è l’unico elemento caratterizzante del proprio look. Di recente si è fatto disegnare sul braccio destro due guantoni da boxe con la scritta born to win, con la consapevolezza (anche questa condivisa con Icardi) di dover lasciare un po’ di spazio di pelle da ricoprire in caso di vittoria dello scudetto. Né l’uno né l’altro, infatti, ha ancora vinto il campionato e conoscendo la loro passione per i tattoo c’è da scommetterci che dedicherebbero subito un nuovo disegno alla conquista del titolo.

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Capitani patriottici. Come ogni capitano che si rispetti, Hamsik e Icardi hanno una grossa ammirazione per la propria Patria. I due, però, la possono esprimere in maniera molto diversa. Marek, infatti, indossa la fascia anche quando gioca con la Slovacchia. In nazionale ha sfondato il muro delle 100 presenze (è a quota 103) condite anche da 21 reti, mentre per Icardi la storia è molto diversa. Un rapporto tormentato quello tra Mauro e l’Argentina. Fino ad oggi ha collezionato solo 4 presenze e all’attivo vanta zero reti: un vero e proprio unicum per uno abituato a segnare gol a raffica. La concorrenza che c’è per il ruolo di prima punta in Argentina, però, ne complica e non poco l’impiego e seppure la sua nazionale – a differenza della Slovacchia – sia qualificata per il prossimo mondiale, anche Icardi rischia di non essere tra i protagonisti in Russia. Per conquistare un posto della Seleccion di Sampaoli dovrà continuare a fare quello che gli riesce meglio: gol. In questo campionato ne ha già fatti 18 (12 in più rispetto ad Hamsik, fermo a 6), e domenica tornerà a disposizione di Spalletti dopo tre giornate di stop forzato per infortunio. Un po’ come il capitano del Napoli che con la Roma è entrato solo nella ripresa vista la sindrome influenzale che gli ha impedito di allenarsi per quasi tutta la scorsa settimana e di arrivare al top della condizione alla sfida con i giallorossi.

Fonte: Il Mattino

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