Il Mattino – Gli 11 tocchi di felicità nella Grande Bellezza del maestro Sarri
«Il gol del 3-0 del Napoli a Cagliari» è il manifesto del gioco di Sarri. Rigorosamente in ordine cronologico: 1859, 1872, 2018. Eppure ci sono degli evidentissimi punti in comune tra quelle che a tutti gli effetti possono essere definite vere e proprie opere d’arte. Perché se su tanti argomenti l’allenatore del Napoli divide l’Italia, sull’aspetto estetico del suo gioco mette tutti d’accordo. D’altra parte la rete di Hamsik contro il Cagliari è uno spot per il calcio e un’esaltazione della bellezza. Undici tocchi con altrettanti giocatori diversi, qualcosa di mai visto prima. Qualcosa di unico, che lo stesso Sarri ha saputo commentare solo con una battuta. «Peccato che non l’abbia toccata anche io». L’artista che riconosce la sua opera e che ne è veramente fiero. Anche se «qualcosa va sempre migliorato», il Napoli visto alla Sardegna Arena ha toccato apici di bellezza più unici che rari. «Il Napoli sta vivendo una nuova dimensione, da Transavanguardia. Oggi grazie al lavoro di Sarri, sinonimo di armonia di gruppo, finalmente la città parla con il noi e non più con l’io»: così all’Ansa Achille Bonito Oliva, critico d’arte e appassionato della formazione partenopea.
Ma il gioco – al di là del gol in sé – è una ricerca continua della perfezione. Lo si apprezza quando Mertens, terminale offensivo della squadra, preferisce quasi sempre l’appoggio per il compagno che si inserisce da dietro, al tiro in porta. Rappresenta il vertice più alto della squadra, ma non per questo l’unico terminale offensivo. Perché il bello di questo Napoli sta proprio qui. I giocatori sanno sempre cosa devono fare e quando farlo, dando la continua impressione di non andare mai in affanno. Passaggi semplici, tocchi corti, anche a pochi metri, ma tutti estremamente rapidi e precisi. Difficile vedere un giocatore del Napoli che porta la palla per troppo tempo. Se lo permette Insigne, certo, perché lui la palla non la tocca ma la accarezza. Con quei piedi lì potrebbe fare qualunque cosa e diventerebbe d’ufficio patrimonio artistico. Sarri lo sa e lo sanno anche i suoi compagni. Non è certo un caso che il tocco decisivo prima del gol di Hamsik sia stato il suo. Lorenzo che libera Marek: è qui la festa. La festa del gol e dello spettacolo. La festa alla quale tutti vogliono entrare e partecipare mettendoci la firma, o anche solo un tocco. Da Reina a Mertens, da un capo all’altro, come un filo di panni stesi da un palazzo all’altro nei vicoli di Napoli. Ogni passaggio una molletta.
Adesso anche Maurizio Sarri entra di diritto nell’élite dei grandissimi artisti moderni, e dopo il gol del 3-0 del Napoli a Cagliari potrà presentare anche il suo personalissimo manifesto.
Fonte: Il Mattino