Villas-Boas: “Per lo scudetto dico Juve ma non vincerà la Champions. Sul Napoli…”
Nella sua lunga intervista rilasciata al CdS Villas-Boas risponde ad una domanda sul Napoli
Villas-Boas, ha visto Juventus-Tottenham?
«Sì e sono rimasto sorpreso dall’andamento della partita. La Juve non è stata cinica come al solito e il rigore sbagliato da Higuain ha fatto “girare” il match. Se lo avesse segnato, avrebbe indirizzato la qualificazione, mentre così è tutto aperto».
Chi passerà il turno?
«La Juve ha più esperienza e calciatori che sono più abituati a giocare questo tipo di incontri, ma adesso deve vincere o pareggiare 3-3. Non l’aspetta un’impresa impossibile, ma neppure facilissimo perché il Tottenham sta bene, esprime un calcio fisico e può mettere in difficoltà chiunque».
Dopo il 2-2 dell’andata gli Spurs non sono favoriti?
«A Torino la Juventus ha faticato a limitare il possesso palla degli inglesi che per lunghi tratti del match hanno giocato nella metà campo avversaria. In casa generalmente subiscono ancora meno che in trasferta, ma Wembley è un’ottimo stadio dove provare a fare un’impresa perché non c’è un’atmosfera… difficile o un pubblico che mette pressione. Sotto il profilo ambientale per la Juve l’impresa non sarà impossibile, ma il Tottenham è organizzato e se riesce a palleggiare come a Torino…».
Per Allegri quanto sarà importante riavere Dybala al top?
«Un attaccante come Dybala può cambiare il match in qualsiasi momento. Quindi… In generale però Allegri ha una squadra davvero forte, che è arrivata in finale di Champions due volte negli ultimi tre anni e che sa cosa vuol dire giocare una gara da “dentro o fuori” . Dovrà far pesare questa maggiore esperienza».
Il Tottenham invece vuole entrare nell’élite d’Europa. e vede questa doppia sfida come una grande opportunità.
«Presto gli Spurs avranno un nuovo stadio e un nuovo centro tecnico. La squadra inoltre migliora anno dopo anno grazie a un allenatore bravo come Pochettino che sta portando avanti un ottimo lavoro. La dirigenza è stata intelligente a dare continuità al progetto tecnico e i risultati si vedono».
Quando lo ha allenato dall’estate 2012 al dicembre del 2013 avrebbe mai pensato che Harry Kane sarebbe diventato così forte?
«Allora era molto giovane e non era la mia prima opzione perché in avanti avevo Soldado e Adebayor. Con la dirigenza pensavamo che fosse meglio che andasse in prestito a giocare e invece è rimasto, così gli ho dato qualche chances in Europa League. Per la sua esplosione però non ho meriti: a dargli davvero spazio è stato il mio successore, Tim Sherwood».
Adesso Kane è nel mirino del Real. Per lui è meglio restare al Tottenham o andare a Madrid?
«Dipende da lui, da che carriera vuole fare e da quali sono le sue ambizioni. Se è affamato di trofei e notorietà, forse farebbe meglio a lasciare il Tottenham, ma se preferisce la riconoscenza dei suoi tifosi e la stabilità, allora il discorso è diverso. Uno o due anni in più agli Spurs gli sarebbero utili per migliorare ulteriormente».
Questo Tottenham assomiglia un po’ al “suo”?
«Non molto. A parte Kane sono rimasti pochi giocatori: Dembelé, Lloris, Vertonghen, Rose ed Eriksen. Il secondo anno avevamo impostato un certo tipo di lavoro che la proprietà mi sembra abbia seguito».
Se passerà ai quarti, la Juventus può ambire a vincere la Champions?
«Il Barcellona sulla carta mi sembra più forte anche se ha perso Neymar: Dembelé sta tornando e poi ci sono Messi, Suarez e il super affidabile Paulinho. Ha la squadra “giusta” per vincere la Coppa anche se il Bayern è incredibilmente forte e il Real, in caso di eliminazione del Psg, può dire la sua».
I bianconeri vinceranno il settimo scudetto di fila oppure il Napoli riuscirà a interrompere il loro dominio?
«Il Napoli gioca un bel calcio e Sarri è davvero bravo. Ho visto la partita che gli azzurri hanno perso in casa contro il Lipsia e non ci credevo. Se però al ritorno la gara fosse durata 10’ di più sarebbero passati loro perché con Insigne, Mertens e Callejon davanti possono far male a chiunque. Premesso che il campionato italiano quest’anno è più equilibrato e avvincente rispetto al passato, credo che per il Napoli non sarà facile. Io ho provato un’esperienza simile in Cina con lo Shanghai: dovevo strappare il titolo all’Evergrande che vinceva da anni, ma alla fine l’esperienza e l’abitudine a vincere gli incontri decisivi hanno pesato. Ad aprile potrebbe succedere lo stesso in Serie A, per questo vedo ancora favorita la Juve».
Cosa sta succedendo ultimamente all’Inter?
«Non lo so proprio. Aveva iniziato bene, ma adesso è come se un virus avesse colpito la squadra che ha perso sicurezza. Ho visto la gara vinta contro il Benevento e ho notato che i giocatori sono preoccupati, ansiosi e faticano ad esprimersi al top come succedeva fino a dicembre».
Una vittoria nel derby di domenica potrebbe sbloccarli definitivamente?
«Me lo auguro perché rimango legato all’Inter e all’esperienza che ho avuto nel club nerazzurro. Sono due anni che non vado a Milano, ma in città ho ancora i miei ristoranti e i miei amici».
Nell’autunno del 2016 e la scorsa estate quanto è stato vicino a tornare all’Inter?
«Diciamo che sono stato vicino a un paio di club italiani e ho avuto un paio di riunioni con i loro dirigenti».
Con l’Inter cosa è successo?
«Una volta volevo stare un po’ più fermo io, un’altra abbiamo parlato del progetto e non c’è stato accordo su tutto».
Le piacerebbe in futuro allenare in Italia?
«Certo che mi piacerebbe. Le panchine dei grandi club europei vengono solitamente decise tra marzo e aprile e io sono aperto a un progetto importante. In Italia, Spagna, Inghilterra o Germania. Vediamo cosa succederà».
Sorpreso che il suo connazionale André Silva stia avendo così tante difficoltà al Milan?
«Per me è arrivato troppo presto in Italia. Penso che sarebbe stato meglio per lui rimanere 1-2 anni in più al Porto e invece…».
Perché Joao Mario ha fallito all’Inter?
«Mi ha sorpreso perché è un giocatore che mi è sempre piaciuto. Purtroppo ci sono periodi nella carriera in cui per 1-2 anni le cose non ti vanno come vorresti».
Cancelo invece all’Inter sta conquistando tutti.
«Ha il vantaggio di giocare in una posizione meno “complicata” e di arrivare dall’esperienza al Valencia che lo ha formato. E’ forte come terzino».
Dispiaciuto dell’assenza dell’Italia dal prossimo Mondiale?
«E’ un vero peccato per tutti gli appassionati di calcio. Qualcosa non ha funzionato e magari anche Ventura avrà le sue responsabilità, ma non tante quante gliene sono state attribuite. Lo conosco ed è bravo. Non è giusto come è stato attaccato e spero che torni in panchina presto».