Diego Demme (centr. Lipsia): “Noi uguali al Napoli, vogliosi di successo”

Il centrocampista del Lipsia tifa Napoli, passione ereditata dal padre

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Diego Demme (centr. Lipsia): “Noi uguali al Napoli, vogliosi di successo”

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Diego, l’Imperatore azzurro, e la Germania. Con quella coppa Uefa strappata allo Stoccarda nella notte del 16 maggio 1989, lasciò l’ennesimo indelebile ricordo del suo sconfinato genio calcistico in un Neckarstadion traboccante di napoletani. E non solo quello, poiché lungo i successivi decenni ne è rimasta una scia ben marcata: il nome del D10S (sempre calcistico) sparso ovunque nel mondo, anche in quella Germania che fu un trentennio fa terra di conquista. Diego Demme gioca nel Lipsia (500 chilometri dall’ormai famosa Stoccarda), nel club che sarà prossimo avversario del Napoli, nel doppio confronto per il passaggio agli ottavi di Europa League.
LA STORIA. Ebbene, quel nome aggiunto a un cognome che non ha niente di teutonico, non è stato scelto a caso, ma è sgorgato dal cuore d’un padre trapiantato in Germania (sposando una tedesca), di origini calabresi ma super tifoso del Napoli. Dello spettacolare Napoli di Diego Armando Maradona. Lo stesso Diego Demme s’è detto onorato di tale scelta: ha diverse videocassette e libri sulle gesta dell’argentino che portò Napoli in cielo. Ventisei anni fatti da poco, nel pieno della maturità calcistica, l’ennesimo Diego frutto dell’amore è essenzialmente un mediano grintoso, alla Ringhio Gattuso, dal fisico non debordante ma compatto che, all’occorrenza, sa destreggiarsi anche sulle fasce, da terzino.

LA TENDENZA. Tempra da lottatore e piedi tutto sommato non troppo ruvidi, il Diego di Lipsia, per quel particolare mix che lo connota, è diventato punto fermo del club che, giusto fra una settimana, incrocerà la strada del Napoli in Europa. Gli aggraderebbe molto somigliare anche ad Andrea Pirlo oltre che a Gattuso, essendo essenzialmente tifoso milanista, pur continuando a portare nel cuore il colore azzurro per questioni, per così dire, di discendenza.

TRASCORSI. Diego Demme s’è peraltro fatto proprio di recente una certa idea della napoletanità. Assieme alla fidanzata aveva deciso nel 2016 di vivere il capodanno in un hotel con affaccio sul Vesuvio e, colpiti da tutto ciò che li circondava, scelsero di far ritorno in città a distanza di pochi mesi. E non soltanto per il gusto di ritornare a mangiare quella particolare pizza, dopo aver visto la serie di Gomorra e letto i libri di Saviano di cui è appassionato, ma anche per rivivere a fondo quelle particolari atmosfere, incuriosito dai racconti di papà Enzo. Per esercitare inoltre un italiano non proprio impeccabile (“però capisco tutto”) e imparare qualche frase in dialetto.

L’ATTESA. Stima moltissimo Sarri per quel gioco divertente e mai banale, e alla prossima avversaria toglierebbe in primo luogo Insigne, ma pure Hamsik e Mertens («anche noi siamo giovani, combattivi e vogliosi di successo», ha però puntualizzato). Il tutto ribadito a più riprese dal momento in cui il sorteggio di Nyon aveva messo di fronte i due club (con il ricostruito Lipsia, dopo il Paderborn, un salto di ben due promozioni sino alla Bundesliga), un’avventura che di certo riserverà al playmaker italo-tedesco qualche emozione in più rispetto ai suoi compagni. In uno stadio diventato mitico soprattutto per quel nome, che è anche il suo.

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