Con l’ingresso di Mediapro nel mercato italiano dei diritti tv per quel che riguarda il calcio, nulla sarà come prima. La Gazzetta dello Sport tenta di spiegare in 5 domande cosa cambierà e l’effetto che avrà sui tifosi.
1Chi trasmetterà le partite della Serie A dal 2018-19?
Mediapro ha acquisito i diritti come intermediario. E quindi dovrà rivenderli agli operatori presenti sul territorio italiano. Sia quelli già esistenti sia quelli che potrebbero avviare la loro attività in futuro.
Finora le partite sono state trasmesse da Sky e Mediaset, con lo streaming di alcune gare su Tim. Per il prossimo triennio non si sa ancora dove vedremo il campionato. Perché dipenderà dagli accordi che Mediapro farà con gli operatori.
L’intenzione degli spagnoli è di dialogare con tutte le piattaforme aprendo il mercato a quelle emergenti. I diritti dovrebbero essere venduti per piattaforma e non per prodotto: quindi tutti avranno (più o meno) tutto.
2 Vedremo ancora le partite su Sky e Mediaset?
Sky e Mediaset, come gli altri, dovranno acquistare le licenze da Mediapro se vorranno trasmettere la Serie A. Al momento non c’è certezza ma è plausibile ritenere che le partite continueranno a essere visibili sulle due pay tv. Sky, in particolare, aveva già manifestato l’intenzione di investire massicciamente. Per non perdere il suo ruolo di protagonista nella trasmissione della Serie A.
Pare impossibile immaginare una Sky (che avrà la Champions) senza il campionato. Perché quella è la molla principale che induce i clienti ad abbonarsi alla pay tv. A Sky non conviene perdere la Serie A. E a Mediapro non conviene rinunciare a un’intesa distributiva con Sky.
L’emittente di Murdoch annuncia ricorsi. Ma in una dichiarazione alla Gazzetta lascia intravedere un atteggiamento collaborativo. «Mediapro dichiara di voler migliorare il prodotto Serie A rispetto a come lo vendevano sinora Infront e la Lega. Allargando il bacino dei broadcasters e delle piattaforme acquirenti, e questo non può che essere positivo». Mediaset, alle prese con il deficit di Premium, aveva tenuto un basso profilo nelle trattative. Adesso potrebbe trarre dei vantaggi, in termini di risparmio, dall’interlocuzione con un intermediario.
3 E le altre piattaforme?
Per rientrare dall’investimento Mediapro punta a rivendere i diritti al maggior numero di piattaforme possibili. Ampliando la platea dei consumatori. Quindi, tendenzialmente, la Serie A si vedrà attraverso più operatori rispetto ad adesso. Con un occhio di riguardo per le nuove tecnologie. Alle dirette web si era già interessata Perform, che potrebbe rifarsi sotto. Il prodotto potrebbe solleticare anche Amazon, per il suo servizio Prime. Nei prossimi due mesi le idee saranno più chiare.
4 La Serie A costerà di più o di meno per gli abbonati?
Mediapro non può avere rapporti diretti con il consumatore, che resteranno di pertinenza degli operatori. Ma sono gli spagnoli a fissare i prezzi che gli stessi operatori devono pagare se vogliono distribuire la Serie A. Si pagherà una tariffa comune a tutte le piattaforme, in proporzione al numero di clienti. Ciò fisiologicamente potrebbe portare a un livellamento dei prezzi per il consumatore finale. Insomma, è possibile che mediamente il campionato arrivi a costare di meno.
5 Chi produrrà le partite?
Adesso 14 club di A delegano la produzione a Lega-Infront e 6 (Juve, Napoli, Roma, Torino, Sassuolo, Benevento) si autoproducono. Mediapro potrebbe essere interessata a produrre il segnale. Ma questi sono diritti extra-bando che andrebbero trattati con i singoli club. Gli spagnoli puntano a importare uno standard unico. In modo da rendere riconoscibile la A come prodotto collettivo. Ma il confezionamento finale del prodotto audiovisivo spetta ai broadcaster. Ed eventuali modifiche passano attraverso intese con la Lega, i club e gli stessi operatori.
La Gazzetta dello Sport