L’opinione di Marolda: “Napoli e Juve, senza sconti”

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Ciccio Marolda sul CdS

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Non se la mandano a dire, il Napoli e la Juve. In campo e pure fuori. Una partita infinita, la loro, fatta di successi e gol, di punto sopra punto sotto, ma anche di frecce avvelenate e ferocissimo sarcasmo. Erano anni che non se ne vedeva. Ma forse solo perché erano anni che questo campionato, almeno in cima, filava via monotono e scontato. Stavolta, invece, no. Stavolta per lo scudetto è tutta un’altra storia ed è per questo che non si fanno sconti da nessuna parte, che a torto od a ragione s’ingigantisce tutto e che pure quello che si sapeva già sembra diventare una sorpresa sorprendente. Insopportabile più d’uno schiaffone sulla faccia. Ed è per questo che se il Napoli e i napoletani, anche se legittimamente indispettiti, la loro battagliera voglia di scudetto la fanno scivolare sul terreno dell’altrui potere, dell’altrui capacità di governare uomini ed eventi (mercato compreso) pensando che così nell’immediato, qualcosa può cambiare, beh, commettono un errore. Percorrono un sentiero che realisticamente oggi è senza uscita. E fanno pure peggio: cedono alla tentazione dell’inutile zuffa – verbale, si capisce – lasciandosi distrarre dagli impegni più ravvicinati e veri. Due o tre in particolare: non mollare d’una virgola il racconto di questo esaltante campionato, visto che d’ora in avanti i punti persi difficilmente si potranno poi recuperare; imparare ad essere più furbo e più lesto sul mercato perché è lì che nascono i successi; infine, quello antico che a Napoli spesso frena ogni crescita e progresso: non trasformare in vittimismo ogni pur legittima protesta. Perché essere campioni vuol dire pure questo.
E poi c’è il campo, certo. Dove il confronto è sui fatti e non sulle parole. E infatti è stato là che il Napoli ha risposto anche stavolta alla Juve tanto spaccona col Sassuolo. Là il Napoli s’è ripreso il primo posto. Con una geometria forse troppo lenta, è vero, ma di sicuro con un supplemento decisivo di genialità. E se là davanti i tre Elfi del gol (più Hamsik) si danno da fare, beh, per chi sta dall’altra parte diventa complicato sfuggire ad un destino amaro. Peccato che stavolta ci fosse il Benevento, intanto rigenerato dal mercato e sempre più vicino ai precetti di De Zerbi, socio di diritto del club degli allenatori d’un prossimo, felicissimo futuro. Futuro, però. Perché il presente appartiene a Sarri.

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