Recentemente, Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan è stato intervistato dal Mattino:
Se la chiamassero di nuovo a dirigere?
«Sono stato il responsabile di tutte le nazionali giovanili dal 2010 al 2014, Abete mi offrì il rinnovo e per convincermi mi disse che potevo pensare solo all’Under 21 e all’Under 20. Ma io dissi che per fare bene quel lavoro non potevo non occuparmi degli under 15-16-17-19 e così via. Ma non aveva più la forza per farlo. D’altronde l’anno prima avevo detto di no persino a Berlusconi che sognava il mio ritorno al Milan: mi chiamò per dirmi che durante la notte aveva avuto una illuminazione. Risposi: non ho più l’energia e non sarebbe corretto se accettassi».
Ma adesso come si fa a ripartire?
«Mettendo al centro di tutto il merito: pensi che ho fatto il supercorso di Coverciano nel 78 e allora durava un anno scolastico. Ora dura in tutto 32 giorni. È uno schiaffo alla cultura. Ci vuole un ricambio generazionale totale. L’Italia ha una grande storia, ama il calcio alla follia, ha 60 e più milioni di abitanti, ha il diritto e il dovere di pensare in grande… ma se non investe sui giovani… Nel 70 la Francia aprì le centre de formation, nel 2000 la Germania praticamente la imitò. Facciamo lo stesso. Riprendiamo il percorso che iniziò un dirigente illuminato come Italo Allodi che riuscì ad obbligare le società di A e di B, negli anni Settanta a creare una figura che desse una linea di lavoro a tutto il settore giovanile. Wenger diceva che il calcio totale non è una esigenza, è una necessità. Altrimenti sei out. Perché chi ama il calcio questo deve fare: seminare adesso per raccogliere tra cinque o dieci anni, ma se ami solo te stesso non lo farai mai».
La ricetta?
«I valori al centro di tutto: il merito, la bellezza, lo spettacolo, il positivismo, l’ottimismo. Il Napoli è una squadra ottimista, ma lo sono anche la Sampdoria l’Atalanta e anche qualche altra. L’ottimismo aiuta ad aprirti al futuro e alla speranza. Le altre sono squadre pessimiste: primo non prenderle, poi si vedrà. L’ottimismo ti aiuta ad aprirti al futuro e alla speranza: il pessimismo inibisce l’emisfero destro che è quello preposto alla creatività».