Al San Paolo quest’oggi si presenta il Bologna, già mortificato all’andata, e il suo allenatore, Donadoni, che mortifico’ invece noi tifosi quando fu nostro allenatore qualche tempo fa.
La partita in sé non dovrebbe essere pesante, ma la pressione di quelli là, che finalmente per i media hanno raggiunto il primo posto, la fanno pesare come un Adinolfi vestito da neve, bagnato.
Gli occhi di tutto lo stadio e di noi tifosi da casa sono però tutti sul giovane Simone Verdi, fantasista bolognese di belle speranze, reo di aver rifiutato Partenope e al quale gli abitanti della stessa, me compreso, gliene hanno urlate di tutti i colori. Ognuno è libero di fare ciò che più gli aggrada, sia chiaro, però, come si dice dalle nostre parti, gli occhi sono peggio delle “scuppettate”(fucilate) e a volte colpiscono. Subito. O nel giro di 4 minuti al massimo. Ed ecco quindi che, mentre eravamo ancora indecisi se ricoprirlo di fischi, pernacchie o sonore risate, il ragazzo si fa male ed esce.Son cose che succedono, dispiace. Tranquillo Simo’, non mancherà occasione in futuro per spernacchiarti.
Tutto questo mentre eravamo già sotto di un goal del resuscitato Palacio trovatosi colpevolmente in mezzo ad un trenino con a capo Koulibaly e con M. Rui ultima carrozza.
Non fa niente, ” il Napoli è la squadra che ha recuperato più volte lo svantaggio…” ci tiene a dire il telecronista spingendoci a gesti scaramantici non proprio educatissimi.
Comunque non si sa come, quasi immediatamente pareggiamo.
Il nostro baffetto mancino, infatti, mette un cross deviato dallo stesso autore del goal ospite, ma che finisce in rete solo grazie allo splendido intervento di Mbaye, africano tutto muscoli e corsa ma con qualche evidente problema nelle azioni di rinvio.Che dire, meno male che abbiamo Rui Marione-Culone.
Chi dopo il pareggio si aspettava un assalto all’arma bianca da parte degli azzurri resta deluso però, perché le azioni più pericolose le fa il Bologna sempre con il trentacinquenne Palacio, a cui a questo punto proporrei un accurato antidoping.
Il Rodrigo dotato di Trezza prima riesce a scartare e tirare trovando forse il braccio, forse la coscia o forse entrambi di Koulibaly, e poi, dopo uno scatto in cui ha la meglio sul vampiro Chiriches, lento come un Jorginho (ma pettinato peggio…), si presenta a tu per tu con Reina che salva miracolosamente.
Salvataggio miracoloso come quello di M.Rui sul proseguimento della prima azione di Palacio, in cui il nostro si immola coraggiosamente alla causa per salvare il salvabile da una fetente di mazzata di Dzemaily a due passi dalla linea.
Certo, qualche azione pericolosa la facciamo pure noi con Callejon e Allan e soprattutto con il secondo rischiamo di passare in vantaggio, ma siamo onesti, il Bologna non ne vuole proprio sapere di arrendersi.
Quando già stavamo pensando ai cambi da poter fare per sovvertire una giornata che sembrava sfortunata, ecco la sorpresa. Callejon fugge via al buon Masina che, vistosi superato, gli appoggia la mano sulla spalla. Rigore, l’arbitro non ha dubbi. Solo lui però, perché il resto dei presenti sugli spalti e a casa ne è pieno.
E continuano ad averli per tutto il tempo che passa tra la chiamata e il tiro, visto che l’arbitro corre dai suoi collaboratori con la mano sull’orecchio tutto di fretta, lasciandoci cuocere lentamente come un porpetiello nel pomodorino e con le olive nere, come da tradizione.Alla fine però si capisce che il problema non era il rigore sì o no, ma l’auricolare dell’arbitro che non funzionava. E quindi lo fa tirare, mentre noi ci stavamo arrovellando il fegato per sapere la decisione definitiva, quando il problema erano i prodotti tecnologici che, con tutti i soldi che girano, la Lega Calcio continua a comprare dai cinesi…
Insomma Dries, e 2-1 per noi, fine primo tempo.
Il secondo tempo inizia come il primo cioè con il Bologna che è agguerrito e combattivo e il Napoli che sembra accusare la pressione. Questa la pareggiamo…Penso. E ovviamente sbaglio. Perché al 58′, dopo un contropiede giostrato dai nostri hobbit del goal, Insigne e Mertens, questo si trova nella posizione che aveva prima di diventare centravanti e memore delle soddisfazioni che pure ci aveva dato in quella porzione di campo, inventa il goal del 3-1 con un tiro metà a giro, metà alla Insigne, metà a foglia morta e metà a sciu’ con la crema a banana di cui sono ghiottissimo.
Troppe metà, lo so, non c’è bisogno che fate i fenomeni, ma mi andava di scrivere così.
In tutti i modi il vero e solo fenomeno Dries la chiude qui. Perché il Bologna non ha più la forza di reagire e il Napoli non si vuole sfiacchire più di tanto, pensando a far girare palla senza affondare e trascinando la partita fino al 94′.
Scelta che mi sento di appoggiare e condividere, il primo tempo mi ha fatto stancare e sudare più di Allan, oggi in giornata di ferie, e bisogna dosare le forze. Domani del resto inizia un’altra settimana di lavoro.
Che, seppur dura da affrontare, è sempre meglio farlo così, da capolista. Alla faccia di tutte le facce Verdi.
A cura di Vincenzo De Lillo