Prima della sosta invernale, è stato dato ufficialmente il via al girone di ritorno che il Napoli ha cominciato con una vittoria casalinga contro l’Hellas Verona dell’ex Fabio Pecchia. Nonostante un dominio totale del match, i Sarri’s boys hanno faticato non poco a trovare l’uno-due vincente, griffato Koulibaly e Callejón. Due legni e tante occasioni svanite per un soffio hanno fatto temere il peggio al pubblico del San Paolo, con lo spettro di un assurdo pareggio, stile Palermo e Sassuolo dello scorso campionato, che rappresentava uno spauracchio per fortuna svanito. La squadra partenopea, smaltita la delusione per l’eliminazione dalla coppa Italia, ha mostrato il piglio giusto di chi vuole ad ogni costo compiere l’impresa storica, impresa che sembra un’autentica ossessione per Sarri ed i suoi ragazzi. Qualcuno ha definito il Napoli una squadra dai due volti, l’uno diametralmente opposto all’altro: il primo svogliato sia in Champions che in coppa Italia, quasi infastidito dalle distrazioni che gli impegni comportavano, il secondo determinato a compiere la cavalcata vincente verso il sogno tricolore. Lo stesso tecnico nativo di Bagnoli ha fatto fatica a negare questo aspetto, pur senza cadere nel tranello della pubblica ammissione. La notizia migliore della gara di Befana, vittoria a parte, è senza dubbio il ritorno al gol di Callejón a digiuno da troppo tempo. Un gol che ha finalizzato la classica giocata di Insigne che ha visto l’inserimento del tornante spagnolo, azione divenuta un autentico marchio di fabbrica del sarrismo partenopeo. Dopo il gol di Mertens in coppa Italia, mancava all’appello solo Calleti tra i digiunanti della rete di lunga durata ed al ritorno dopo le ferie, Maurizio Sarri avrà a disposizione la batteria di attaccanti con le polveri cariche. A sentire radio mercato, la batteria di attaccanti potrebbe aumentare di numero, staremo a vedere. Alla sosta, la squadra azzurra arriva con la migliore difesa e questo dato, che non è frutto del caso, bensì il risultato di un’intesa perfetta di tutta la squadra, oltre che della coppia Albiol-Koulibaly, rappresenta il dato più confortante per la lotta scudetto. La retroguardia partenopea è, al momento, la meno battuta del campionato, a coronamento del maniacale lavoro del tecnico di Figline che dispone del centrale senegalese, ribattezzato K2, che sembra aver trovato anche una buona vena realizzativa, essendo già salito a quattro gol in campionato. Da sempre le squadre vincenti sono state costruite dalle fondamenta, leggasi dalla difesa, sembra strano che questo dogma non trovi più riscontro tra gli opinionisti, proprio da questa stagione…questione di direzione del vento. Napoli capolista, sebbene braccato dalla Juventus, distante appena di un punto, a seguito della vittoria piuttosto discutibile ottenuta dalla squadra di Allegri in quel di Cagliari. Non occorre snocciolare gli episodi che, a senso unico, hanno agevolato il successo dei campioni d’Italia in carica e non occorre nemmeno ricordare il comportamento colpevole del direttore di gara, che ha letteralmente ignorato l’esistenza del VAR, che avrebbe potuto evitare che si materializzassero i fantasmi del passato. Di questo è stato già detto e scritto tutto, compresa anche la grottesca tesi dei difensori della vecchia signora che, per giustificare maldestramente l’accaduto ed apporre il sigillo di legittimità alla vittoria dei bianconeri, hanno paragonato gli episodi della Sardegna Arena al presunto fallo di mano di Mertens a Crotone omettendo due cose fondamentali: in primis, che il fallo del folletto belga è stato tutt’altro che netto e, soprattutto, che poco prima l’arbitro non aveva sanzionato con il penalty un fallo evidente subito da Koulibaly in area calabrese. La cosa preoccupante, tuttavia, non è tanto la conduzione del match di Cagliari quanto, piuttosto, il fatto che essa rappresenta una recidiva dopo gli episodi del derby della Mole di coppa Italia. I sospetti che i piagnistei sul VAR, provenienti da Vinovo, stiano sortendo gli effetti voluti aumentano a dismisura e le polemiche accese non fanno bene al nostro calcio. Tuttavia, è forte il sospetto che il vecchio adagio ‘fatta la legge, trovato l’inganno’ si ripeta, nella peggiore tradizione italica. A prescindere dalla buona fede dei direttori di gara, che diamo per scontata, occorre essere consapevoli del fatto che, per scucire il tricolore dalle maglie di chi lo esibisce da sei stagioni consecutive, occorrerà un’impresa titanica e che quanto di straordinario i Sarri’s boys stanno facendo potrebbe non essere sufficiente. A partire dalla prossima partita, ogni errore potrebbe essere determinante con un margine sempre più ridotto per porvi rimedio. In considerazione di questo, sarà vietato abbassare la guardia anche solo per pochi minuti, saranno banditi gli approcci sbagliati e sarà assolutamente vietato sottovalutare ciascun avversario. In fondo è solo la storia che potrebbe ripetersi e c’è più di un motivo se gli unici successi tricolori del ciuccio risalgono ai tempi di maradoniana memoria. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni
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