CdS – F. Corsi: “Sarri? Un allenatore-comunicatore a 360 gradi”
CdS – F. Corsi: “Sarri? Un allenatore-comunicatore a 360 gradi”
Il Napoli da tre anni è al vertice della serie A e uno degli artefici è certamente Maurizio Sarri che con il suo gioco e la sua voglia di insegnarlo ai suoi calciatori. Il Corriere dello Sport ha intervistato il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi sull’attuale allenatore degli azzurri e sui suoi segreti in campo e non solo.
Fabrizio Corsi, perché scelse Sarri per l’Empoli? «L’idea fu del direttore sportivo Carli. Aveva parlato con un allenatore che non era convinto di certi giocatori che gli avremmo messo a disposizione. Noi invece ne volevamo uno convinto al 100 per cento. Mi disse: “Dobbiamo prendere un passionista, un…fissato”. Così parlò con Sarri e gli piacque. Io lo incontrai nell’ufficio che abbiamo allo stadio».
Quale fu la sua prima impressione? «Ottima. Aveva una conoscenza del calcio a 360 gradi, ma non potevo immaginare che avesse anche concetti così chiari sul piano tecnico-addestrativo. Era l’allenatore che faceva al caso nostro. La sua idea di calcio era ben precisa: difesa alta e davanti giocatori che lottano».
Il suo avvìo a Empoli in Serie B è stato terribile: 9 partite, 0 vittorie, 4 pareggi, 5 sconfitte. Perché l’ha confermato? «Perché era entrato nella testa dei giocatori, perché la squadra era affascinata dal suo calcio e tutto questo era evidente. Devo confessare però che qualche dubbio l’ho avuto in quel periodo. Avevamo dei difensori che facevano degli errori incredibili, pensavo che non fossero all’altezza. Poi è successo che due di quei difensori, Tonelli e Hysaj, li abbiamo ceduti al Napoli e ora giocano nella squadra prima in classifica in Serie A».
Poi arrivò la svolta… «All’inizio giocavamo col 4-2-3-1, ma la squadra non andava. A Lanciano cambiò sistema, mise Saponara trequartista e Hysaj terzino sinistro e vincemmo 3-0».
Qual era il giocatore più sarriano? «Croce. Lo ha portato ovunque con sé. Maurizio lo usava come esterno, poi da noi è diventato mezz’ala. E’ un giocatore dotato di una intelligenza tattica straordinaria».
A Empoli il compito di un allenatore è facilitato dall’ambiente e dalla competenza della società, come dicono i risultati. Lei pensava che pure a Napoli avrebbe fatto così bene?
«Ne sono stato sicuro un paio di settimane dopo il suo arrivo, quando ho saputo che due campioni come Higuain e Hamsik erano rimasti stregati dal suo calcio. Li aveva conquistati come aveva fatto con Maccarone e Saponara. Sarri è un allenatore, non un comunicatore, ma a Napoli ha lavorato molto anche sotto questo aspetto e quando parla di calcio è ficcante, lascia sempre il segno».
La Redazione