La “malevisione” è una costante: Napoli chiede il rispetto che le spetta
Da troppo tempo se ne parla, ma nelle alte sfere calcistiche non se ne discute e si ghettizza il problema. Stessa musica nei pieni alti del mondo televisivo. Troppo difficile provare a pensare di proporre un tentativo di “soluzione” per i primi, troppo comodo non utilizzare un argomento trainante per i secondi. Napoli è sinonimo di audience, parlarne male, in maniera evidente o tra le righe, al momento, è garanzia di attenzione. Mediatica soprattutto. D’altra parte, perchè pensare ad una soluzione se nessuno, nessuno, tenta neanche una parvenza di difesa? Si potrebbe cominciare dal calcio, vista l’enorme cassa di risonanza, ma…I cori contro gli azzurri e la città, sono una “semplice discriminazione territoriale” e per qualcuno solo gogliardici sfottò, per altri è solo Napoli che piange e si lamenta, per altri ancora non bisogna neanche parlarne perchè, facendolo, si vanno ad esaltare i “quattro deficienti” la cui mamma è sempre incinta. In questo caso è giusto nascondere la testa sotto la sabbia, nel caso dei problemi della città e delle sue inefficienze, no. Quelli devono essere indicati, pubblicizzati e sovraesposti. Due pesi e due misure. Cose che la televisione fa e continua a fare. Nel servizio pubblico e no, vediamo ed ascoltiamo commenti, opinioni e giudizi non da televisione, ma da MALEVISIONE. E per favore, non parliamo di vittimismo e maturità da raggiungere. La corrispondenza è biunivoca. Napoli non ha nulla da imparare da chi non riesce a lavorare con obiettività e, chi usa il mezzo pubblico in questo modo, non ha niente da insegnare. Qualcuno, da dietro ad autorevoli scrivanie, o seduto su qualche poltrona di salotto televisiviso, potrebbe senz’altro dire e fare di più. Per evidenziare una situazione ormai insostenibile, visto che ci occupiamo di calcio, riteniamo giusto riproporre uno stralcio dell’ articolo pubblicato dal quotidiano napoletano Il Mattino nell’ edizione odierna:
Il Napoli merita un rispetto mediatico che non sempre sembra ricevere. Quanto all’ambiente, è evidente la sua maturazione. C’è chi da Sky Sport anni fa – Massimo Mauro, unico del team di opinionisti che abbia indossato la maglia del Napoli, mentre Mediaset può schierare Ciro Ferrara, il calciatore napoletano che ha vinto più titoli – rimproverò agli azzurri un eccesso di esultanza a fine partita: e che male ci sarebbe, visto che non si offende nessuno? Piuttosto, non si sono sentite censure forti sui cori indirizzati a Napoli e ai napoletani anche quando la squadra non gioca negli stadi di Torino o Milano.
Ci sentiamo di rassicurare autorevoli opinionisti: l’impatto delle eliminazioni dalla Champions e dalla Coppa Italia non sarà devastante perché il Napoli ha un solo obiettivo ed è riportare lo scudetto in città dopo ventott’anni. A proposito del trionfo del 1990, è stato spiacevole che la ricostruzione pre Coppa fatta dal cronista della Rai delle sfide con l’Atalanta sia partita dalla moneta che colpì Alemao a Bergamo e non dalla finale del 1987 che venne vinta dalla squadra di Diego, ma macchiata dai gravi incidenti provocati dagli ultrà nerazzurri. Si è ascoltato anche di peggio nei mesi scorsi, come un intero programma dedicato a presunte pressioni e ancor più presunti rapporti tra la malavita e il Napoli, un romanzone che è stato sempre puntualmente smontato dalla magistratura. Un eccesso di chiacchiere su argomenti calcistici e non. Per fortuna, ci sono Sarri e il vento del San Paolo a spingere la squadra nella più dura e affascinante sfida del post Maradona. Sabato il primo duello a distanza con la Juve nel 2018: azzurri, su la testa.
a cura di Gabriella Calabrese