Guardiola e Sarri unica voce: “Il calendario fitto di impegni anche nel periodo natalizio «ucciderà i giocatori”

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Pep Guardiola non si dà pace e, dopo l’ennesimo problema fisico di un suo giocatore, usa termini ancora più duri per lanciare l’allarme. Già nei giorni scorsi, dopo gli infortuni di Kevin De Bruyne e Gabriel Jesus, il tecnico del Manchester City aveva definito «un disastro» il calendario del calcio inglese nel periodo di Natale. In Italia è Maurizio Sarri che porta avanti la battaglia contro tutte queste gare una dopo l’altra. L’altra sera ha proposto di eliminare le soste per le nazionali per consentire la chiusura dei campionati a fine aprile.
L’allenatore catalano, che con i Citizens guida la classifica della Premier League, rincara la dose dopo la vittoria in campionato contro il Watford per 3-1. La decima partita in un mese della sua squadra si è chiusa con un altro infortunio, quello di Kyle Walker. «So che qui in Inghilterra lo spettacolo deve continuare, ma questo non è normale -evidenzia Guardiola -. Così stiamo uccidendo i giocatori, che giocano 11 mesi di fila. I giocatori vanno protetti, dobbiamo pensare a loro come a degli artisti. So che questa cosa non cambierà, ma perché? La vita andrà avanti anche senza giocare ogni due giorni, non succederà nulla«, è il pensiero del tecnico del City.
«Si può giocare ogni tre o quattro giorni, ma non ogni due giorni perché alla fine succede che ci si infortuna come è successo a Kyle Walker o ad altri giocatori. Non voglio dire che bisogna rinunciare all’emozione del Boxing Day che la gente può guardare a casa in tutto il mondo. Maaggiunge Guardiola- non puoi giocare una partita dura a mezzogiorno al Selhurst Park (lo stadio del Crystal Palace, ndr), tornare, festeggiare il capodanno e andare di nuovo in campo due giorni dopo». Guardiola rimarca poi la differenza fra il calcio e altri sport, dove comunque gli infortuni sono all’ordine del giorno: «È impossibile recuperare 48 ore dopo una partita. Questo non è il basket o il tennis, dove puoi giocare ogni giorno, nel calcio i giocatori hanno bisogno di recuperare. La tradizione è tradizione, ma bisogna riflettere su questa cosa per il bene dei giocatori».

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Fonte: Il Mattino

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