Il pagelliere azzurro dà i coloriti voti al Napoli

Le pagelle di Napoli-Atalanta

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Napoli-Atalanta 1-2
Coppa Italia

Factory della Comunicazione

Sepe-circa due tiri subiti, due goal presi.
In splendida media campionato e della maggior parte delle partite di questa stagione.
Non è colpa sua però se, in occasione delle reti, gli svengono davanti prima M.Rui e poi Chiriches come due obesi e attempati pattinatori sul ghiaccio, lasciando campo agli attaccanti atalantini.
Se non fosse stato per i goal presi e per una parata con un saltino aggraziato alla Carla Fracci nel primo tempo, non avrei saputo cosa scrivere, se non che il completino gli stava molto bene.
Non penso sia un fenomeno, ma stasera è stato sfortunato.
6

Hysaj-gli tocca il cliente più scomodo della serata, quel Papu Gomez che quasi mi è dispiaciuto riempire di bestialità per la stima che provo nei suoi confronti.
(A cuor pesante, però, l’ho fatto lo stesso con violenza, sia chiaro…)
Mettiamoci pure che la situazione fisica dell’albanese ricordava la mia, quella tecnica pure… ed ecco quindi che prende forma un’altra bella prestazione da dimenticare.
5

M.Rui-le statistiche a fine primo tempo riportavano il portoghese come quello che in 45 minuti, insieme ad un difensore avversario, aveva toccato più palloni.
Non c’è bisogno quindi di aggiungere altro per spiegare la poca spinta offensiva degli azzurri.
Nel secondo sinceramente non so come abbia giocato, perché dopo che è scivolato in pieno stile Holiday On Ice, lasciando due atalantini liberi di battere, ho iniziato a chiudere gli occhi ogni volta che il pallone arrivava dalle sue parti, per evitarmi ennesimi potenziali danni al fegato.
Da quello che leggo in giro però non mi sono perso nulla.
5

Chiriches-fino quando lui, essere vampiresco, non è sconocchiato ( * venuto meno nelle giunture rotulee) come colpito da una violenta capa d’aglio, facendosi scappare Gomez, non aveva giocato male, anzi.
Era riuscito pure a limitare i danni delle scorribande dell’Atalanta sulla sua fascia con ottimi risultati, se si pensa che di là c’erano Hysaj, il cui apporto difensivo è stato uguale a quello di Tonelli (che non ha giocato…) e Ounas, che è tornato dietro la linea del centrocampo in due occasioni: alla fine del primo tempo e quando è uscito per la doccia.
Purtroppo per il rumeno la sua caduta ha avuto un effetto devastante sul match, sugli azzurri e sulla mia già precaria flora intestinale.
5

Koulibaly-difensivamente è il solito gigante. Chiunque gli si presenti contro, cercando lo scontro fisico, finisce come finirebbe un Alfonso Signorini qualunque contro Tyson.
Con i piedi invece stasera ricorda un Colonnese d’annata, che non è bello né da vedere né da sentire.
Sbaglia troppo anche per via del pressing furioso dell’Atalanta che ha giocato con un ardore tale che non si vedeva dall’apertura del buffet di accoglienza per i profughi di ritorno dall’Isola dei Famosi.
Non ha colpe sui goal ma più di una sufficienza, onestamente, non merita.
6

Diawara-sono sempre in difficoltà quando devo giudicare ‘sto ragazzo.
Ha un gran fisico, una possanza invidiabile, buone doti di personalità e un buon senso della posizione.
Tutte qualità che sarebbero ottime, sia in campo che sul set di un film hard, se solo imparasse ad esprimerle con continuità e intelligenza.
Primo tempo così e così, secondo così e basta.
5.5

Rog-la sua foga c’è sempre, insieme alla voglia di spaccare palloni e avversari, all’imprecisione dovuta a questa, e anche alla solita ammonizione rimediata per lo stesso motivo.
Il tutto però non cambia le carte in tavola, come a scopa, il cinque nella primera.
Ci sta, si vede, fa numero, ma raramente risulta importante.
6

Hamsik- meno efficace delle ultime tre partite anche se, obiettivamente, era difficile fare una figura migliore con tutti quei sostituti in campo.
Lui ci prova, sembra convinto, ma non incide più di tanto.
Vorrei aggiungere una cosa a sua parziale discolpa:
la telecronaca, da molti considerata faziosa, a me sembra soltanto secciante.
Ogni bella parola espressa per il capitano aveva l’effetto di fargli sbagliare un passaggio.
Per questo ho passato tutta la partita a fare gesti scaramantici più o meno menzionabili, per esorcizzare la malaciorta che i due telecronisti puntualmente ci tiravano addosso.
Purtroppo non è servito né per Marek né per tutti noi.
6

Zielinski-passa tutto il primo tempo a fare tacchi smarcanti per sé stesso, conditi da una rete mangiata un po’ per disattenzione e un po’ per fortuna dell’Atalanta.
Nel secondo tempo inizia alto a sinistra, gioca per un po’ vice Hamsik e finisce alto a destra.
Sembra me quando mi giro e rigiro nel letto cercando la posizione migliore, riuscendo solo ad attirare le ire di mia moglie, che gentilmente mi urla: “E te vuo’ sta ferm?!”
Più o meno le stesse ire che provoca in Sarri e negli spettatori che non apprezzano tutti questi suoi movimenti senza costrutto.
5.5

Callejon-29sima partita giocata su 29 in stagione per lo spagnolo, stavolta da centravanti come l’altra volta sempre in Coppa.
Ecco, se allora sembrò un pesce fuor d’acqua, ora sembra un capitone (il periodo è propizio…) fuori dalla friggitrice.
Si sbatte, spapettea, svincola, ma non serve a nulla.
Un tiro a porta di sinistro e poco, poco altro.
La cosa curiosa è che ha giocato pure meglio dell’ultima volta in quel ruolo con l’Udinese.
5.5

Ounas-se avesse segnato con quella rovesciata, ovviamente, il suo giudizio sarebbe cambiato radicalmente, come l’alimentazione in casa De Lillo prima e dopo i sette giorni natalizi/festivi.
Purtroppo non l’ha fatto e il tentativo insieme al cross per il goal divorato da Zielinski restano le uniche cose buone del suo match.
Pertanto non posso che essere severo nel suo giudizio, anche se il ragazzino sembra fatto di stoffa pregiata e non di volgare misto acrilico come le mie mutande.
Ragazzo non ci siamo, ti devi impegnare di più!
Parafrasando il mio dietologo.
5.5

Insigne-entra spinto dalla speranza di Sarri, del pubblico e dei compagni, che possa essere fondamentale come accadde con l’Udinese.
Purtroppo per tutti, dimostra di dover ancora smaltire del tutto i postumi del cenone di capodanno, che, per un napoletano, è più impegnativo della maratona di New York.
Riesce comunque a fornire l’assist per il goal di Mertens ma poi niente più.
Detto alla napoletana: *Par che ten ancora e’ pier sott a’ tavola.
*Sembra sia ancora seduto a tavola intento a banchettare.
Una onesta sufficienza.
6

Mertens-anche a lui come a Insigne non riesce la magia di sovvertire un risultato che sembrava, e alla fine è stato, a tutti gli effetti di mer**.
Il belga ci prova pure a dare una scossa alla partita ma non è serata.
Gli riesce meno di poco ma alla fine, su gentile concessione di Berisha, saltato come un gatto castrato e in difficoltà emotiva e fisica su un pallone  innocuo, trova di testa il goal della flebile speranza.
Almeno è tornato al goal, speriamo si sia sbloccato.
6

Troppe “riserve” e il Napoli non è più lo stesso.
Delusi, amareggiati e intossicati non ci resta che guardare avanti pregando per un mercato all’altezza.
Io ho già iniziato il ritiro spirituale.

Comunque, Forza Napoli. Sempre.

A cura di Vincenzo De Lillo

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