Avellino, Taccone chiarisce: “Novellino non è in discussione”

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Il giorno di ritiro, in realtà, c’è stato ieri. Una giornata vissuta tutti assieme: la mattina al campo, poi il pranzo di Natale e quindi una visita al reparto pediatrico della Città Ospedaliera “Moscati” di Avellino.
Dicono che a tavola si fanno i migliori affari: il presidente Taccone e l’allenatore Novellino hanno fatto un patto.«Pretendo una inversione di rotta», ha detto Taccone. In caso di ulteriore insuccesso, giovedì sera Massimo Taccone - presidente Avellinocontro la Ternana, il rapporto potrebbe concludersi. Non solo perchè il girone di andata diventerebbe fallimentare rispetto agli obiettivi apertamente dichiarati dal massimo dirigente dell’Avellino («Quest’anno andremo ai playoff», aveva sentenziato ad agosto), ma soprattutto per l’atteggiamento di una squadra che appare priva di mordente e svogliata.
I numeri sono impietosi e proprio il presidente Walter Taccone, prima del brindisi natalizio, li ha ricordati ai suoi dipendenti: «Nove punti su trentanove sono pochi», ha ricordato a coloro che scendNovellinoono in campo. Poi ha rivolto il calice a quelli che lavorano dietro le quinte, alla scrivania e negli spogliatoi, regalando loro un sorriso mentre arrivavano le portate per un pranzo leggero.
Il presidente s’è affrettato a fornire la rituale frase: «L’allenatore non è in discussione», aggiungendo immediatamente: «E’ intollerabile il rendimento della squadra». Imbarazzo da parte di Novellino che s’è limitato a sottolineare: «Il presidente è ferito dai risultati, comprensibile la sua amarezza e quella dei nostri tifosi ma ognuno di noi fa il proprio lavoro con il massimo impegno». Rispetto al rischio di vedere interrompere il suo rapporto con l’Avellino, ha osservato: «Non mi sento abbandonato, è chiaro che l’allenatore è un eroe quando vince e diventa una testa di…quando non vince ma questa squadra saprà farsi perdonare e dimostrare ciò che vale».
Nel pomeriggio la squadra ha fatto visita ai bambini e al personale di pediatria portando loro doni e sorrisi. Abbracci e foto, commozione e parole di affetto. «Per noi è un onore essere con questi bambini e cercare di alleviare le loro sofferenze strappando qualche sorriso», ha detto Paghera a nome dei compagni.

Corriere dello Sport

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