Lo scudetto in tre mosse. Tre le priorità
Il punto Mercato, gestione e compattezza: 5 mesi per fare centro
Dalle pagine de il Mattino le tre priorità per arrivare allo scudetto
Uomo di conti più che di sogni, Sarri ha attenuato la portata della vittoria a Torino (l’ottava in nove trasferte) che ha riportato il Napoli al comando sottolineando i ridotti margini di distacco in classifica e ha rilanciato un tema su cui è difficile concordare. «A questo gruppo non posso chiedere niente perché sta facendo più di quanto richiesto», ha detto ai microfoni della Rai. Il Napoli non sta andando oltre le aspettative come sostiene il tecnico, probabilmente per abbassare le luci dei riflettori, e lo evidenzia un dato, peraltro da lui stesso proposto dopo la sconfitta contro la Juve.
Nelle 93 partite di campionato della sua gestione gli azzurri hanno conquistato 210 punti, media di 2,25 a gara. È una percentuale che pochi club europei possono permettersi. Dunque, le aspettative sono alte perché alto è il livello di competitività della squadra, che ha sì fallito il passaggio agli ottavi di Champions League ma perché Sarri fece una scelta al debutto nel girone, escludendo contro lo Shakthar tre cardini della squadra: Mertens, Jorginho e Allan. Aveva deciso di assegnare la priorità alla lotta scudetto. Per vincerla bisognerà agire negli ultimi cinque mesi in queste tre direzioni.
Il mercato. All’impegno di gennaio De Laurentiis non vuole sottrarsi e lo ha confermato nell’intervista di giovedì scorso al Mattino. Indispensabili le alternative per le fasce e l’attacco dopo gli infortuni di Ghoulam e Milik, sono Vrsaljko e Inglese i nomi più accreditati. Ma potrebbe servire anche un altro difensore centrale perché c’è solo Chiriches come cambio per Albiol e Koulibaly, dato che Maksimovic e Tonelli sono esclusi dai piani di Sarri. È complesso il mercato di gennaio, ma il Napoli ha bisogno di un salto qualitativo e non solo quantitativo per completarsi, vincere lo scudetto ed entrare nella storia. Dev’esservi un confronto con il tecnico sulle scelte affinché questi acquisti non facciano tappezzeria.
La gestione. L’allenatore è rituale nei turnover e nelle sostituzioni, tuttavia opportuno sarebbe prendere in considerazione Ounas e Giaccherini per far fronte ai fisiologici cali dei tre attaccanti. Non c’è un altro Mertens ma va gestito per evitare che sia schiacciato dal peso delle responsabilità e dalla fatica e commetta un errore clamoroso, non da Mertens, come quello di sabato scorso a un passo da Sirigu. Sarri ha vinto una personale scommessa con Hamsik, che liberatosi dal condizionamento (ma era davvero tale?) della caccia al record di Maradona deve ritrovare la sua ispirazione, recuperando in pieno la funzione di playmaker offensivo. La gestione degli uomini sarà più agevole nei prossimi due mesi perché l’Europa League riparte in febbraio, ma il discorso sulla necessità di sfruttare bene le risorse non può essere accantonato dopo la vittoria di Torino.
La compattezza. Stanno emergendo differenze tra il Napoli e le altre candidate allo scudetto anche sotto l’aspetto ambientale e adesso fortunatamente in favore di questa piazza, dove nei fatti c’è la sinergia tra la squadra, la società e la tifoseria, che ha reso omaggio agli azzurri anche dopo la sconfitta contro la Juve e il pareggio con la Fiorentina. Supportare il Napoli è un segnale di maturità. Altrove vi sono fermenti: Spalletti chiede rinforzi all’Inter, a Roma tornano a rumoreggiare intorno a Dzeko e la Juve deve gestire gli umori di Dybala. Nella sua storia il Napoli è stato talvolta frenato da scintille e contrapposizioni al suo interno. De Laurentiis non avrà apprezzato alcune scelte di Sarri in questi ultimi tempi ma lo sostiene con vigore, come un presidente deve fare nei momenti di difficoltà, per accompagnare la squadra verso un porto sicuro.
Fonte: Il Mattino