Esistono verità e verità. Soprattutto nel mercato del calcio. E così, se Simeone dice di non sapere nulla dell’interesse del Napoli per Vrsaljko, aggiungendo anche che il giocatore non ha mai chiesto la cessione, di contro ci sarebbe una notizia giunta al club azzurro attraverso una fitta rete di contatti e mediazioni. Ovvero: l’Atletico Madrid è anche disposto a cedere il suo giocatore, ma la valutazione si aggira intorno ai venticinque milioni di euro e inoltre c’è da battere la concorrenza del Monaco e del Liverpool. In sintesi: il ds Giuntoli è all’attacco, la partita è aperta ma è tutta da giocare. Proprio quello che farà il Napoli.
Eccolo la, e sembra già di vederlo, nella sua postura che sa tanto del papà, e la sfacciata esuberanza che lo spinge oltre gli sguardi dei quarantamila (e passa) che proveranno a mangiarselo con gli occhi: l’enfant-prodige ha un nome e un cognome, si chiama Federico Chiesa, ha venti anni, il futuro davanti ed uno stadio, il San Paolo, che l’aspetta con curiosità, per guardarlo, per scrutarlo, per scoprirne (dal vivo, in diretta) cosa abbia di talmente magnetico da aver catturato De Laurentiis e Giuntoli e Sarri e un Napoli che non s’è nascosto, sta lì ad aspettarlo. Eccolo qua e chissà se quel palcoscenico gli scatenerà un effetto controproducente o energizzante, se quell’atmosfera che s’avverte (e coglierà) intorno a sé produrrà benifici o finirà per inquietarlo: è però un semplice dettaglio, perché Napoli-Fiorentina diventa la «sua» partita, con la luce della ribalta che gli apparterrà rigorosamente, perché è tutto scritto, registrato, pubblicamente sottolineato da De Laurentiis. «Noi stiamo qua, se la Fiorentina vuole».
Fonte: CdS