Il punto della situazione – di R. Muni: “Cosa ci aspetta adesso?”

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Mi ritrovo a scrivere qualcosa che mai avrei voluto fare, a commentare l’unico epilogo di Napoli-Juve che nemmeno nelle nottate più lunghe e agitate ci saremmo potuti immaginare. La sconfitta subita per mano della vecchia signora, per di più decisa dal nostro nemico numero uno, è qualcosa che fa male al popolo di fede partenopea, molto più di quello che si possa immaginare. Più che il risultato in sè, farà grossi danni il modo con cui è maturato, poiché la squadra bianconera, per l’occasione vestita di giallo, ha portato gli avversari a fare l’unica partita che sapeva di poter fronteggiare e portare a casa. Hamsik e compagnia, evidentemente stanchi ed incapaci di dare la sterzata necessaria per cambiare il canovaccio della gara, si sono dovuti arrendere, colti da improvvisa impotenza calcistica. Hamsik, Napoli, Napoli-Juve-Un piccolo inciso a proposito delle due divise viste in campo, per sottolineare che se il merchandising è di fondamentale importanza per le casse dei club, portato all’esasperazione di venerdì sera, diventa un tuffo al cuore per tutti quei tifosi romantici che volevano assistere alla sfida tra azzurri e bianconeri. Tornando al black friday napoletano, se la squadra azzurra ha senz’altro perso e quella piemontese (…ma mica tanto poi…) ha trionfato, c’è uno dei ventidue uomini in campo che ne è uscito perdente anche se, paradossalmente, è stato il man of the match. Credo sia chiaro il riferimento ad Higuaìn, patetico commediante di una pantomima che non ha divertito nessuno. Questa volta sono stati i suoi ex compagni di squadra, coloro grazie ai quali è riuscito a battere il record che fu di Nordahl, a rispondergli a muso duro, coloro che egli stesso definì scarsi e non alla sua altezza. Non saranno gli scudetti vinti, i gol segnati e le finali di coppa puntualmente disputate e perse a fare del Pipita un uomo vincente.higuaingolsanpaoloQuando si è piccoli piccoli, si è destinati a restare tali soprattutto quando l’età dello sviluppo è già finita. La sua misera condizione di piccolezza, Gonzalo la vive in coppia con il suo caro e fedele fratello-manager-addetto stampa che, puntuale come le incombenze fisiologiche di prima mattina, non ha mancato di mettere il ditino sulla tastiera ed il becco nei social. Personalmente non ho gradito nemmeno le dichiarazioni dei De Laurentiis (…padre e figlio…) e di Maurizio Sarri che, nel tentativo di stemperare il clima incandescente che esiste attorno ad Higuaìn, ha finito per seminare il seme dell’incertezza, proprio nel momento in cui è necessario far leva sulle certezze costruite da questo gruppo per ripartire dopo l’incidente di percorso. Il day after Napoli-Juve ha fatto sorgere l’interrogativo che inquieta il popolo azzurro, che riguarda il futuro prossimo della squadra. Cosa ci aspetta adesso? In Champions, il destino sembra segnato poiché, pur vincendo in casa del Feyenoord la qualificazione non sarebbe certa, poiché legata anche al successo del Manchester City in Ucraina. Ed allora, pare ormai molto probabile dover fare i conti con l’Europa secondaria, quella che si gioca di giovedì e che altera, non poco, gli equilibri della stagione calcistica. reinaIl nodo cruciale, tuttavia, resta quello del campionato, pressochè perfetto fino a venerdì sera ma che sembra diventato fallimentare al triplice fischio della partita. Le insidie, che rischiano di complicare il cammino dei Sarri’s boys, sono sostanzialmente due: la tenuta atletica di qualche azzurro apparso a corto di fiato ed il possibile contraccolpo psicologico simile a quello subito all’indomani della sfida decisa dal gol di Zaza. Per la prima, invitiamo Maurizio Sarri a rimescolare, per quanto possibile, le carte e la società ad investire bene nella prossima finestra di mercato, anche a costo di contravvenire a qualche suo diktat. E’ innegabile che l’assenza di Goulahm stia pesando come un macigno, nonostante i buoni propositi di Mario Rui, così come non c’è alcun dubbio sulla necessità di inserire almeno un nuovo attaccante in rosa che possa sia far rifiatare Mertens che consentire varianti tattiche in corso d’opera. In merito alla seconda insidia post Juve, facciamo leva sugli uomini di esperienza dello spogliatoio, affinchè guidino la squadra azzurra fuori dalle sabbie mobili della depressione. Avanti Napoli, Avanti!!!

 

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni

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