Alla riapertura del mercato manca un mese e De Laurentiis dovrà fare almeno due interventi – un attaccante e un esterno – per affrontare l’emergenza provocata dagli infortuni di Milik e Ghoulam. È chiaro che il franco-algerino era entrato in modo perfetto nei meccanismi di Sarri (dopo due anni di lavoro), però bisogna adattarsi, aspettando il complessivo miglioramento della condizione fisica. Differente è il discorso per l’attacco perché Inglese non ha le caratteristiche di Mertens e i compagni si sono abituati ai suoi movimenti e infatti, quando è stato utilizzato, Milik è andato in difficoltà perché meno abituato a giocare palla a terra. Se manca la velocità, il Napoli ne risente, così come è accaduto contro la Juve, un muro su cui gli azzurri sono andati a sbattere, come era accaduto anche nel primo scontro diretto al San Paolo, quando ha pareggiato con l’Inter. Un punto su sei, ma la squadra è prima (nella peggiore delle ipotesi oggi scivolerebbe al secondo posto a una lunghezza dai nerazzurri) e ha giustamente raccolto gli applausi del San Paolo dopo aver perso di misura contro una Juve più cinica e abituata a gestire quel tipo di partita, con il vantaggio fuori casa da difendere per quasi un’intera gara.
È più difficile pensare a un cambio di modulo perché Sarri ha apportato variazioni al 4-3-3 (4-2-4 e 4-2-3-1) durante le partite, quando lo hanno chiesto le circostanze. Ci siamo permessi di dare un consiglio a un grande allenatore. Perché se una squadra bella e forte soffre, è il caso di farsi qualche domanda.
Fonte: Il Mattino