Per la prima volta in questa stagione, nella notte con la Juventus, il Napoli resta lontano dalle aspettative e gioca molto al di sotto dei suoi limiti: il punto che colpisce è che non riesce ancora ad accettarli questi limiti, a conviverci, a muoversi di conseguenza e a recitare fino in fondo la parte operaia che in qualche modo potrebbe in certe occasioni mantenerlo in pista. Sarri, ieri mattina, nel tradizionale allenamento post-gara del mattino, ha voluto tenere i toni soft, evitando rimproveri o appunti. Lui che non ama le gare infrasettimanali, magari stavolta starà benedicendo la sfida di Rotterdam che consentirà subito di tuffarsi in Europa e di non pensare più alla Juventus. Col dubbio Insigne le cui condizioni verranno verificate nelle prossime ore.
La Juve ha fatto la Juve: catenaccio di qualità e contropiede a tutta velocità. Gioco, partita e incontro in poche mosse. Il gioco di Allegri è minimalista, scarno, asciutto, vagamente corale e mai compiaciuto. Poi c’è dell’altro: c’ è il carattere, la grinta, il realismo, la capacità di stringere i denti. Al Napoli, ha spiegato ancora una volta Sarri ieri, è mancata la grande giocata individuale, liberi tutti dai problemi. Venerdì questa giocata avrebbe dovuto farla Mertens, da un bel po’ di tempo sparito dai radar. La morale è che questo umanissimo Napoli, in attesa di recuperare uomini e forze, sta attraversando un piccolo canyon, esposto alle frecce. È evidente che quando in una maniera o in un’altra gli avversari riescono a schermare Jorginho, il Napoli va in debito di ossigeno. Ed è evidente quando un po’ tutti considerino importante l’italo-brasiliano, tant’è che Allegri ha persino deciso di sacrificare Dybala pur di cancellarlo. Il calendario fino alla fine dell’anno è tutto in discesa, se si fa eccezione per la trasferta di Torino il 16 dicembre. Questo Napoli, nonostante le difficoltà fisiche del momento, può bastare e avanzare quando non ha davanti i pochi squadroni della serie A. De Laurentiis è apparso assai deluso dalla prova di venerdì. Deluso e in silenzio. È stato a lungo con il figlio Eduardo nella stanzetta dello stadio riservata a lui. Senza incontrare nessuno. Anche i silenzio medicano e rafforzano, Ascoltando i balli impazzati dei giocatori della Juventus che hanno fatto festa negli spogliatoi fin quasi a mezzanotte.
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