Ilnapolionline.com presente al libro di Sarnato-Matarazzo “Forse non tutti sanno che il grande Napoli…”
Questa mattina alla Libreria “iocisto”, nei pressi di Via Cimarosa c’è stata la presentazione del libro di Dario Sarnataro e Giampaolo Matarazzo “Forse non tutti sanno che il grande Napoli…”, dove si sono raccontati aneddoti, fatti e retroscena del club azzurro con gli occhi e la mente del tifoso. A fare da moderatore era presente il collega della Rai Fabrizio Cappella e gli ex calciatori Francesco Montervino e il baronetto di Posillipo Gianni Improta.
Giampaolo Materazzo: “Con questo libro è il quinto scritto da me e da Dario e in questa circostanza abbiamo voluto fare qualcosa di diverso rispetto alle precedenti pubblicazioni. Il nostro è un modo di vedere il calcio con occhi del tifoso, ricordi belli, indelebili che rimangono scolpiti nella nostra mente, dove abbiamo gioito ma anche sofferto per i colori azzurri”.
Dario Sarnataro: “Questo libro è molto bello perchè si raccontano molti retroscena del Napoli e non riguardano solo il terreno di gioco, che molti non sanno, e che vi consiglio di leggere con molta attenzione. Dal Napoli degli anni’70 fino ai giorni nostri dove è rinato da un pezzo di carta e con diverse peripezie prima di arrivare a giocare la Champions e per i primi posti degli ultimi anni”.
Francesco Montervino: “Io mi sento un napoletano adottato, sono di Taranto ma mi sono catapultato con gioia per difendere i colori azzurri. Spesso mi dicono nei momenti difficili, se ci fossi stato tu in campo sarebbe andata meglio, io invece credo di aver dato tutto quello che avevo, allenati in zone di periferie per i primi mesi della nuova era De Laurentiis, ma poi le gioie promozione in serie A e le varie qualificazioni in Coppa Uefa. Ora mi piacerebbe stare al tavolo del Napoli attuale a mangiare ostriche e bere champagne, però sono felice di aver dato il mio. Ho una scuola calcio che mi sta dando soddisfazione ma mi dispiace che spesso sento i genitori dirmi che hanno già dei piccoli campioni in erba, quando noi vogliano forgiarli e poi renderli tali in un futuro. Con Edy Reia ho avuto un legame particolare, sono legato a lui per avermi fatto crescere, ma anche diversi contrasti fuori dal campo. Non ho giocato per 11 gare, scelte tecniche incomprensibili, ma alla fine andammo in serie A. Stima verso Giampiero Ventura che io reputo una delle persone culturalmente preparate del calcio italiano, però ha patito la pressione della nazionale non gestendo al meglio i campioni in rosa, forse questo lo ha messo in grande difficoltà”.
Gianni Improta: “Aggiungo ad una cosa che ha detto Francesco Montervino sul momento del nostro calcio, mancano le strutture immobiliari, lì i club dovrebbero investire per poi far crescere i campioni del futuro. Sui problemi della disciplina calcistica, c’è da aggiungere che i presidenti dovrebbero anteporre i problemi personali e pensare al bene delle società. Invece i patron dei club non hanno più voci in capitolo si fanno sopraffare dai procuratore, dal marketing e dagli sponsor. Di conseguenza il calcio italiano non produce più giocatori forti e nei settori giovanili arrivano troppi stranieri. Chiappella? Credo che sia stato il tecnico che mi ha insegnato davvero tanto, con lui sfiorammo lo scudetto e lo perdemmo a Milano contro l’Inter. Mi ricordo che vincevamo 0-1 e loro avevano perso per espulsione Burgnich, ma nell’intervallo fecero una sorta di capannello verso la terna arbitrale con Gonnella e in quella sfida perdemmo la gara e i sogni tricolore. A fine gara Zoff rischiò la squalifica a vita, lo frenammo in tempo per evitargli guai peggiori”.
Dal nostro inviato dalla libreria “iocisto” di Via Cimarosa, Alessandro Sacco