Un concentrato di tenacia, agilità e tecnica. Se avesse quattro ruote, Mario Rui potrebbe ricordare uno di quei crossover compatti, caratterizzati da sprint e robustezza, seppur completi di optional. La lesione di alto grado ai legamenti del ginocchio sinistro alla fine di luglio 2016, pareva poter pregiudicare il suo percorso, ma non è stato così. Cercato e voluto in primis da Sarri, toccherà a lui provare a non far rimpiangere il franco-algerino Ghoulam. Mario Rui ha la tempra del lottatore, la caparbietà di chi vuole arrivare ad ogni costo. A piccoli, significativi passi, è dunque ripresa la sua rincorsa verso obiettivi che sembravano essersi di colpo frantumati. Mario Rui vuole dimostrare che Napoli non è una tappa intermedia e neppure una scelta casuale. Di comune accordo con l’allenatore, del quale conosce peraltro molto bene i diktat tattici, ha scelto di recuperare forma e ritmi in modo graduale. Appena 140 minuti giocati nella stagione in corso (135 in campionato, ed il resto nel recente esordio assoluto in Champions contro lo Shakthar), perché è sempre meglio andarci cauti in casi del genere.