CdS – Mario Rui, il San Paolo è tutto suo. Sarà un esaltante viaggio nell’ignoto
E’ il momento di Mario Rui. Visto dal basso, mettiamo salendo la scalinata e avvertendo dentro l’adrenalina che scorre, il San Paolo può essere varie cose tutt’insieme. Uno stimolante, un «nemico» da esorcizzare, una favola in cui andarsi ad infilare. Visto da laggiù, prima che cominci Napoli-Milan, mica una partita qualsiasi, il San Paolo può rappresentare, per chi lo incrocia per la prima volta da titolare, un energizzante, un esaltante viaggio nell’ignoto: si (ri)parte e stavolta, senza il minimo dubbio, la fascia sarà tutta sua, come accadeva in passato, ad Empoli (101 presenze complessive), come sarebbe potuto succedere all’Olimpico, se non si fosse fatto male subito, già in ritiro, lasciandoci cinque mesi. E’ il sabato che restituisce l’Italia al calcio, che spinge Napoli a togliersi da dentro quel velo di malinconia per un Mondiale che non apparterrà al Paese: e sarà, subito, un Evento, qualcosa che resti, certo che valga, perché ci sono sfide che hanno un peso maggiore.
Quattro minuti con il Cagliari, per prendere confidenza con uno stadio visto da vicino però sempre così lontano: mica facile, in quei giorni, strappare la corsia a Faouzi Ghoulam, quella freccia azzurra che s’è lanciata (pure) nel cuore di Napoli, con tutta la sua contagiosa leggerezza. Poi c’è stato il destino, che ha disegnato gli scenari, e Ghoulam ora ha quattro mesi circa dinnanzi a sé di lavoro nell’ombra, lasciando che provveda Mario Rui a raccoglierne compiti e funzioni, a sprintare sulla sinistra per cercare un affondo, un triangolo, semmai un cross, qualcosa che dìa un senso tangibile ad un week-end insolito, forse un po’ strano: perché quando si entra in certe Cattedrali (del calcio), s’avvertono sensazioni diverse…
Fonte: CdS