Il Mattino – C. Graziani: “Ventura non puoi fare a meno del talento di Insigne”
In Russia con il genio di Insigne, la spinta di Candreva e i gol di Immobile. Ciccio Graziani, intervistato dal collega de “il Mattino” Gianluca Agata, campione del mondo con l’Italia nel 1982 in Spagna, capace di segnare 23 reti in Nazionale, non ha dubbi. Se ognuno tornasse a giocare nel proprio ruolo il biglietto per Mosca, per il Mondiale 2018, sarebbe già in tasca alla Nazionale di Ventura e questa sera non si può prescindere dal ragazzo di Frattamaggiore.
Insigne in campo dal primo minuto? «Assolutamente sì. Dopo aver steccato la prima partita siamo fortunati che c’è questa altra opportunità. A Insigne per come sta facendo bene nel Napoli non l’avrei mai tolto di squadra. Avrei fatto giocare Candreva nel suo ruolo più naturale, quello che fa all’Inter. Immobile centravanti ed Insigne a fare le stesse cose che fa nel Napoli. Siccome le cose le fa benissimo non capisco perché bisogna cambiargli ruolo».
Magari con Jorginho alle spalle «Su Jorginho il discorso è diverso. Lui ha davanti De Rossi e Verratti, due che tra l’altro si pestano un po’ i piedi. Non riesco a comprendere perché in questa circostanza Ventura abbia chiamato Jorginho sapendo che avrebbe fatto il turista. Con Verratti squalificato può darsi però che ora lo faccia giocare con De Rossi più mezzala. Personalmente farei giocare Jorginho davanti la difesa, De Rossi e Parolo da interni».
Timori di non qualificarci? «La paura c’è, esiste, può succedere di tutto. Forse però la paura potrebbe essere anche un fatto positivo».
Tutta colpa di Ventura? «L’allenatore può avere le sue colpe ma anche i calciatori non sono esenti perché in campo ci vanno loro. A Stoccolma è vero che non hanno avuto mai palloni giocabili ma Immobile e Belotti non si sono mai visti. Non si sono mai creati loro una occasione, una opportunità scambiando con i centrocampisti. Se i calciatori non riescono a dare in mezzo al campo quello che è nelle loro possibilità è chiaro che vanifichi tante cose».
Eppure questa Italia tanto scarsa non è. «Di talenti ne vedo uno solo che è Insigne. Poi ci sono ottimi calciatori. Abbiamo una buona difesa. Candreva e Darmian sono buonissimi calciatori. In mezzo al campo però abbiamo costruito poco e davanti un po’ li abbiamo riforniti poco, un po’ non si sono fatti vedere».
Come può influire il timore di un fallimento storico? «Può diventare uno stimolo. Le difficoltà sono molteplici, credo comunque che questa nazionale due gol alla Svezia sia in grado di farli ma deve indovinare la serata, la formazione, e avere fortuna. Noi abbiamo difficoltà in mezzo al campo. Non abbiamo centrocampisti che attaccano l’area, forse un po’ Parolo, e allora dobbiamo appoggiarci sugli esterni, Candreva e Darmian. Questo aspetto crea prevedibilità».
Insigne uomo del match? «Insigne non solo mette i cross ma è bravo anche a rifinire. O fa gol o lo fa fare. È produttivo per la squadra quando gioca in quel ruolo. Contro il City li stava mettendo in difficoltà da solo. Ha estro, fantasia. Come si può rinunciare ad un giocatore con queste qualità per cambiare assetto tattico?».
Per il Napoli una sosta opportuna? «Forse si perché ha avuto un calo fisiologico. Quando giochi così tante partite è normale che arriva la domenica e obiettivamente la squadra è un po’ stanca. Giocando tanto e con il poco turnover che fa lì davanti, alla lunga la fatica si fa sentire. Il pari di Verona è frutto di un pizzico di stanchezza dovuta alla partita con il Manchester. Il Napoli davanti dopo infortunio di Milik ha gli uomini contati e questo è un problema serio e Mario Rui non è Ghoulam. La sosta serve per rifiatare ma anche il Napoli ha grandi giocatori che sono in giro per le Nazionali e alla fine riposano in pochi. Questo è un problema serio per tutte le grandi squadre».
La Redazione