In bilico il futuro di Ventura
Stenderemo la Svezia 2-0 e andremo ai Mondiali: tutti felici e contenti in Russia. E se non fosse così? Non usiamo parole grosse, i drammi sono altri e il nostro Paese li conosce tutti, qui si tratta di un pallone che, maledetto, non vuole andare in gol. Ma, stando nei nostri confini, quelli di un rettangolo d’erba, il problema sarebbe enorme in caso di mancata qualificazione dell’Italia a Russia 2018. Una data rende bene l’idea: non capita dal 1958, quasi 60 anni fa. Cosa accadrebbe di fronte a un esito così sventurato? I primi fischi arriverebbero da San Siro. Più che giustificati. Seconda mossa: Gian Piero Ventura, il c.t., sarebbe messo alla porta. Con dispiacere, affetto, stima, con una buona uscita, perché uomo e tecnico meritano attenzione: la sua Nazionale è scarsa (anche se andasse ai Mondiali), lui no. Ma è più forte della Svezia e se in Russia dovessero andarci i fratelloni goffi di Ibra è giusto che Ventura paghi il conto, che gli presenterebbe Carlo Tavecchio, il presidente federale che l’ha scelto. Ma qui bisognerebbe risolvere un altro problema: che fine farebbe Tavecchio. L’uomo è forte, ha personalità, non si fa abbattere da niente, libero docente in furbizia, lotta come un leone, basta ricordare la sua resistenza quando tra un «Optì Pobà e banane mangiate…» seppe resistere a un’ondata mediatica, unanime e motivata contro di lui. Non fece una piega. Ma adesso? Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, l’autorità sportiva più prestigiosa e importante, gli ha già fatto capire con eleganza che all’eventuale flop mondiale dovrebbero seguire le sue dimissioni.
Tavecchio non ci pensa proprio, anzi rilancerebbe andando a cercare nell’ordine Ancelotti, Conte e Mancini come c.t. Costano tanto? Troppo? Sì, ma Tavecchio nel far quadrare i conti è un fuoriclasse. Lo ha già dimostrato in Conte atto I. Con un Ancelotti-Conte-Mancini sulla panchina azzurra zittirebbe parte della critica. E magari Ancelotti potrebbe tornare buono anche se al Mondiale ci andiamo: attento Ventura… Il Consiglio federale ora è una roccaforte di Tavecchio, ma in certi momenti di debolezza, gli amici fanno in fretta a diventare nemici. Un nome molto gettonato, Cosimo Sibilia, senatore della Repubblica italiana, è un alleato di Tavecchio, da lui ha ereditato il regno dei Dilettanti, che è anche un serbatoio inesauribile di voti. Se ben sollecitato, potrebbe ambire alla guida della Federcalcio: potrebbe essere lui l’ago di una bilancia, il consiglio federale, che diventerebbe agitato per Tavecchio. Ma forse a Sibilia conviene di più restare dov’è. E Tavecchio potrebbe riposare tra due guanciali? Non è detto: con un’Italia del calcio cancellata dalla faccia mondiale potrebbe accadere di tutto. In questi casi, a volte conviene buttare la palla in angolo, per esempio convocare una Assemblea federale straordinaria, far passare qualche mese e nel frattempo cercare consensi. Per esempio far pesare quello che di buono si è fatto: la Var che ha rivoluzionato il calcio italiano è un successo di Tavecchio. Così come avere di nuovo una dimensione internazionale: Fifa e Uefa sono al fianco della Federcalcio di Tavecchio. Ma certo che un’Italia che guarda un Mondiale in tv sarebbe una macchia troppo grave, quasi indelebile. Dai che non accadrà…
Fonte: Corriere della Sera