Ciccio Marolda: “Il Napoli è un’armonia a patto che non venga meno mai nessuno”

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Ciccio Marolda, il suo editoriale sul Corriere dello Sport.

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Ci sono partite che segnano la storia del pallone e altre che raccontano quella delle squadre. Intendiamoci, ieri al San Paolo di storico non poteva starci proprio niente, però d’importante sì. E il Napoli ci ha provato a non sprecare l’occasione.

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Anzi, ha fatto di più: in un colpo solo ha provato a ribadire due ambizioni: quella più venale ed immediata che si chiama – o si chiamava – secondo posto del girone e quindi ottavi di diritto e quindi una bella aggiunta di milioni e l’altra, più nobile ma più complicata, che vuol rilanciare dalle nostre parti una scuola di pensiero magari non originale, ma sicuramente poco praticata: quella che predica un calcio elegante e raffinato, veloce e spettacolare, seppure non legittimato ancora da un successo vero. Che è poi la ragione vera per cui il Guardiolismo è già una pratica da tempo, mentre il Sarrismo è ancora una teoria. Bella, divertente, interessante, a tratti entusiasmante, ma ancora una teoria.  
Vero, meglio, assai meglio sino a quando in campo c’è stato Ghoulam, ma questo non consola. Perché si sapeva. Perché, al di là dei meriti e della bella forma di questo sfortunato giovanotto, è chiaro a tutti che il Napoli è un’armonia solo a patto che non venga meno mai nessuno. Quando non è così la storia cambia, il gioco cambia e rischia d’incepparsi il meccanismo. E se per un accidente s’inceppa proprio là, a sinistra, dove nasce e prende forma e forza il gioco azzurro, beh, allora sono guai. Che diventano guai grossi se hai pure la malasorte di trovarti avversaria la squadra più bella e più forte che ci sia. City a parte, dunque, è tornata in tutta la sua cruda cattiveria quella verità che si chiama: mancanza di ricambi di spessore. Soprattutto in certi posti, in certi ruoli. Certo, non serve a nulla dirlo, però se Ghoulam non si fosse infortunato e col City in grande sofferenza, sarebbe finita in questo modo la partita? Ognuno può pensarla come vuole, giusto, ma restano il dubbio e l’amarezza. Come resta l’applauso che il Napoli merita comunque per le geometrie d’inizio e, sino a quando ce l’ha fatta, per il coraggio e l’orgoglio del secondo tempo. Niente applausi, invece, per il modo in cui continuano a difendersi gli azzurri sui calci piazzati. Insomma, maledetta quella marcatura a zona che fa solo favori agli avversari. Ma davvero non si può fare nulla per far cambiare idea, o almeno mezza idea (zona mista) al signor Sarri? Qualcuno ci provi, per favore”. 

 

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