Repubblica -“Evoluzione Napoli, ora è un bunker”

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Repubblica -“Evoluzione Napoli, ora è un bunker”

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L’inversione di tendenza è stata brusca e inattesa, anche se circoscritta per il momento a sole due gare. Ma gli indizi seminati con Roma e Inter, affrontate dal Napoli in una settimana, rappresentano già un interessante elemento di novità, soprattutto se il nuovo trend troverà conferma sul campo del Genoa. Il gruppo di Sarri sta infatti dimostrando di saper diventare pure più pratico, all’occorrenza, modificando il suo atteggiamento tattico in relazione agli avversari. Lo si evince dai numeri: un solo gol segnato e nessuno subito negli ultimi 180’ di campionato, da cui gli azzurri sono riusciti lo stesso a ricavare un bottino di 4 punti, capitalizzando con inedito cinismo il guizzo di Insigne all’Olimpico e poi mantenendo imbattuta pure al San Paolo la porta di Reina. Più arrosto che fumo, insomma, con la difesa che s’è trasformata in un bunker, dopo essere stata l’anello debole della squadra. Il mezzo black-out degli attaccanti, nel recente passato, sarebbe costato al Napoli un prezzo molto più caro. La squadra di Sarri è riuscita invece a rimanere lo stesso bene organizzata e competitiva, pur non trovando il gol con la solita facilità. Il tecnico l’ha interpretato come un segnale di crescita, anche dal punto di vista tattico. Cambiano i protagonisti, con Reina, Koulibaly e Albiol più decisivi di Callejon, Insigne e Mertens. Ma il prodotto resta lo stesso di qualità e gli azzurri sono riusciti comunque a tenersi stretti il primato, al termine del primo tour de force della stagione. Minimo il turn over. Sarri non se la sente di rinunciare ai suoi titolarissimi. Il Napoli, del resto, ha delle alternative già collaudate solamente a metà campo, dove infatti Zielinski, Diawara e Rog si stanno ritagliando sempre più spazio. La coperta è invece più corta in difesa (possibile una chance per Maggio) e soprattutto in avanti, dove il grave infortunio di Milik ha privato gli azzurri della principale carta di riserva al tridente leggero. Ounas e Giaccherini, finora, non sono stati presi quasi mai in considerazione. Se le gerarchie nel reparto d’attacco continueranno a rimanere così inossidabili, però, c’è il pericolo di prosciugare troppo presto il serbatoio di Callejon, Insigne e Mertens, che hanno già dimostrato con l’Inter di essere in riserva. Ecco perché il maggiore cinismo potrà ritornare utile alla capolista, soprattutto adesso che il calendario si farà meno duro. È impossibile dar spettacolo per nove mesi di fila.

Fonte: Repubblica

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