Dopo il VAR, arriva in Italia il “groundsman”, colui che si prenderà cura dei campi di calcio.
Quando una squadra italiana affronta una formazione inglese è inevitabile prendere atto del fatto che l’erba degli stadi britannici è sempre più verde di quella dei nostri campi da gioco.
E’ sempre stato così e continua ad esserlo. Poco o nulla è stato fatto per abbattere questo luogo comune. La Serie A, insieme alla Bundesliga, è stata la prima lega a voler sperimentare la VAR. E tutte le società investono ogni anno ingenti risorse per sperimentare metodologie di lavoro efficaci al fine di migliorare la condizione atletica, fisica ed innalzare il livello delle prestazioni dei calciatori.
Ma bisogna ammettere che per migliorare la cura e la tenuta dei campi da calcio dove quotidianamente i calciatori si allenano o giocano le partite si fa davvero poco o nulla.
Qualcosa però forse sta cambiando in questo senso, grazie all’impegno dell’Istituto Formazione Groundsman Italia. Un’ associazione fondata a Mortegliano (provincia di Udine) un anno fa dal consulente tecnico Francesco Dotto. Questa associazione vuole formare professionisti che si prendano cura e mantengano vivi i campi degli stadi da calcio italiani. “ Quando entro in uno stadio, io l’unica cosa che guardo è il terreno di gioco. Quello dell’Etihad di Manchester, come tutti i campi inglesi, è un terreno di ottimo livello. All’estero siamo abituati a trovare campi di questo tipo, in Italia no…. (Maurizio Sarri)“.
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