Nel corso delle ultime stagioni la difesa non aveva in effetti garantito una certa continuità, quasi mai dato idea d’una rassicurante stabilità.
Il raffronto con la precedente annata parla già piuttosto chiaro: 7 reti subite nelle prime 9 uscite (incassate all’esordio due dal Pescara) e poi, durante il prosieguo stagionale, gli azzurri hanno attraversato periodi altalenanti. In alcuni momenti risultando praticamente imperforabili, in altri particolarmente vulnerabili. Come due facce d’una stessa medaglia. Oltre al Pescara, avevano in seguito prestato il fianco anche al Sassuolo ed all’Empoli (sempre 2 a match), mostrando di soffrire in particolare il confronto con compagini di levatura inferiore. Una sensazione estendibile anche alla prima stagione di Sarri (2015/16, 8 subiti nelle prime 9), oltre a quelle con Benitez, ma non a quella corrente. L’attuale Napoli sembra aver accantonato vuoti di memoria ed inopinate sbavature sin dall’inizio, con un’unica eccezione: la Spal. Mentre in Champions va registrato un identico passivo di 5, ma su 5 disputate, preliminari compresi.
Fonte: CdS