Arkadiusz Milik ha rilasciato una lunga intervista al portale polacco Sportowefakty, parlando del suo momento dopo l’infortunio e non solo, ecco quanto riporta TTNet: “Il peggio per me è stato il primo infortunio al ginocchio, quello dell’anno scorso. Fu un dramma. Ora so cosa mi aspetta, conosco la procedura. E’ devastante per la psiche, ma per fortuna tutto è stato molto rapido”.
Cosa si pensa dopo un infortunio così duro? “E’ stato come l’anno scorso. Ho sentito un dolore forse ancora maggiore, un fisioterapista che aveva visto la gara in differita ha capito subito che si trattava di qualcosa di grave. Facemmo dei test, ma fu come se il mio corpo si difese per evitare brutte notizie. C’era ottimismo, ma il giorno dopo fu tutto chiaro”.
Ora come stai? “Bene, la riabilitazione prosegue. Passato il primo mese, il peggio è alle spalle. Ora posso dormire normalmente, prima mi svegliavo dal dolore. Ora è tutto più semplice”.
Una data per il rientro? “Non ho fretta. Si dice febbraio, ma lo farò quando sarò pronto”.
Hai notato le reazioni in Polonia? “Si, ho sentito il sostegno di tutti: tifosi, compagni di squadra, il club, ho visto che in Polonia prima dell’ultimo match della Nazionale hanno cantato il mio nome. Ogni dettaglio, in una situazione come la mia, è importante”.
Come quello che ti hanno dedicato Insigne e… Zielinski. “Forse Piotr voleva farsi pubblicità e per questo scambiò la maglia (ride). E’ stato un gesto molto bello, poi Lorenzo ha lottato con lo stesso infortunio e mi ha aiutato tanto”.
Durante il primo infortunio hai sentito la pressione di dover rientrare subito? “Era più sostegno che pressione. Sarri sa più di tutti quando è il momento giusto, insieme ai medici. Sono rientrato gradualmente, giocare in partita è diverso dall’allenamento, c’è uno stress estremamente superiore. Non ho avuto continuità in campo e non nascondo che a un certo punto ho cominciato ad essere impaziente, perchè non giocavo tanto quanto avrei voluto”.
Dopo l’infortunio hai giocato solo due gare complete., con Shakhtar e in Kazakistan in Nazionale. “Un calciatore giovane è sempre impaziente, ancora di più se
crede di meritare più minuti. Ma ora non mi interessa più, penso solo a guarire”.
Il presidente ha parlato di un possibile prestito al Chievo. “E’ una possibilità che considero, ma le decisioni le prenderemo a dicembre e decideremo cosa sarà migliore per me e per il club”.