ESCLUSIVA – G. Campana: “Insigne e Immobile, le icone dei “Campioni del Sud”. In caso di scudetto…”
Il calcio non solo è uno sport che regala emozioni sul terreno di gioco ma permette di realizzare i propri sogni attraverso la passione e la musica è uno strumento molto potente. Un artista che riesce a coadiuvare tutto ciò è senz’altro Giusè Campana, rapper napoletano che attraverso l’Internapoli e Fabbrica Etica ha inciso un singolo come Campioni del Sud che ha riscosso già un enorme successo. Ilnapolionline.com lo ha intervistato su questo argomento e su Napoli-Inter.
Il tuo ultimo singolo “Campioni del Sud” è dedicato non solo al calcio ma anche alle altre discipline sportive? “La canzone realizzata grazie alla produzione di Internapoli e Fabbrica Etica che hanno creduto nel progetto dal giorno uno, è un inno, uno sprono per tutte le persone che vivono al Sud e che vogliono realizzare i loro sogni, i loro obiettivi. Il ritornello dice “Mettila dentro” per indicare la metafora del raggiungimento dei propri traguardi come nel calcio il goal rappresenta il fine principale del gioco. Tutti siamo Campioni del Sud, tutti abbiamo il potere di cambiare le cose, basta crederci”.
Sempre rimanendo sulla tua canzone “Campioni del Sud” Immobile e Insigne sono le due icone di chi hanno raggiunto i loro obiettivi. “Insigne e Immobile sono solo due dei tanti ragazzi campioni del sud che hanno raggiunto i loro obiettivi. Il Sud Italia è tra i vivai più produttivi nel settore dei talenti nostrani, il passato lo insegna e il presente attuale lo conferma. Bisogna essere orgogliosi della caparbietà dei giovani e anche felici dei risultati che riescono a portare a casa”.
In futuro dovessi scrivere una canzone a mister Sarri, cosa ti verrebbe in mente in maniera particolare? “L’unico allenatore per cui scriverei una canzone è mio padre, non me ne voglia mister Maurizio. Rimanendo sul tema musicale, Sarri può essere paragonato ad un grande direttore d’ orchestra, un maestro vero capace di dare armonia ai suoi musicisti che in questo caso sono i calciatori del Napoli”.
Se il Napoli quest’anno dovesse vincere dopo 31 anni lo scudetto, che tipo di fioretto faresti? “Non sono un tipo che crede nei fioretti, nonostante Dio sia per me una figura fondamentale nel mio percorso di vita. Credo nella sua volontà e nella capacità degli uomini di scrivere il proprio destino attraverso delle scelte. Credo che questo possa essere l’ anno giusto per provare a vincere lo scudetto, sicuramente. In caso di vittoria del campionato, una cosa che mi piacerebbe fare è quella di coinvolgere altri rapper di spicco della scena campana tifosi del Napoli e realizzare una posse track in onore di un evento straordinario come il tricolore”.
Cosa ti ha colpito sin dal primo momento la scuola calcio Internapoli del presidente Raffaele D’Auria? “Conosco bene l’ Internapoli, conosco tutto lo staff, la squadra e la dirigenza. La loro organizzazione è meticolosa ed efficace, difficile da trovare in altre realtà napoletane e credo che sia proprio questo a fare la differenza. Il clima giovane e fresco dà carica ed energia a tutti, ci credono davvero in quello che fanno. Dal mio lato spero che con il progetto che abbiamo realizzato insieme, attraverso la musica, riescano a comunicare la loro voglia a tutti per fare in modo che l’ Internapoli non sia solo una semplice scuola calcio ma un modello da seguire con rispetto e stima”.
Questa sera si giocherà al San Paolo il big-match Napoli-Inter. In attesa di sapere se giocherà e meno Insigne, come finirà secondo te la partita? “Non mi sbilancio mai sulle sensazioni, so solo che sono davvero carico di adrenalina per questo match. L’ Inter insieme a Juventus, Roma e Lazio è tra le pretendenti per il vertice della classifica, staccare anche i neroazzurri di 5 punti sarebbe davvero un grande messaggio per il campionato. Se il Napoli ci crede e gioca come sa fare, può riuscire a portare in cascina i 3 punti davanti al suo pubblico al San Paolo. Insigne? La sua presenza in campo sarebbe importante, ma è chiaro che alla fine deciderà lo staff medico se rischiare e mandarlo sul terreno di gioco”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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