Retroscena: così Sarri ha passato la domenica
Il primato in classifica si vive meglio se si sta in silenzio.
Maurizio Sarri ha scelto questa linea dopo il fantastico sabato in cui le gerarchie del campionato si sono cristallizzate in favore del suo Napoli, che ha sconfitto la Roma nel giorno in cui la Lazio ha punito la Juventus. Il silenzio, dunque, lassù è diventato d’oro almeno quanto i 24 punti conquistati in 8 giornate e che gli hanno attribuito la palma di unica squadra europea a punteggio pieno. Ma l’Europa entra a gamba testa nel suo destino, adesso. Subito. Senza dargli il tempo di realizzare che il sogno scudetto non è soltanto una idea bella da accarezzare, ma una realtà con cui fare i conti e a cui dar conto. Domani avrà dall’altra parte del campo il fenomeno europeo, che risponde al nome di Pep Guardiola, nel turno più affascinante di Champions League. Il Napoli sfida il Manchester City e, neanche questo è un caso, saranno di fronte i migliori attacchi d’Europa. Ventisei i gol messi a segno dal Napoli in campionato, 29 quelli del City in Premier. La Champions, quella sì resta un sogno e basta, è una vetrina dove Sarri soltanto cinque anni fa pensava di non arrivare mai, ma che si è conquistato con merito e autorevolezza. Avvicinandosi in maniera quasi speculare a quel calcio che proprio Guardiola aveva creato per il Barcellona. E come Pep, che aveva vinto il trofeo più ambizioso della sua carriera trasformando Messi nel giocatore che è adesso, Sarri ha appuntato al petto la medaglia di aver inventato Mertens centravanti dai gol a peso d’oro. Per due volte in una settimana, l’ultima, Guardiola ha parlato del Napoli come «la squadra migliore in Europa nella costruzione della manovra». A Sarri, prima del silenzio, era toccato ringraziare e indicare il collega come «fenomeno in evoluzione, artefice della rivoluzione del calcio moderno». La partita all’Etihad Stadium deve essere ancora scritta, ma . La Champions resta un sogno, ma il Napoli formato Europa deve giocarsela a viso aperto e senza timori. Nel rispetto della forza acquisita in Italia, in ossequio a quei piccoli e grandi record che ha conquistato: 13 vittorie consecutive, migliore attacco e seconda miglior difesa. Venti turni di imbattibilità, abbastanza per confrontarsi con i più forti. E Sarri, a Manchester, ci va con i più forti: i titolarissimi.
Fonte: corr.sera