Il gol in trasferta? Il Napoli lo fa da 19 gare
Il meglio di sé il Napoli lo dà a Bologna, quando ne fa sette, ma niente male anche le esibizioni di Torino (contro i granata), altri cinque gol, le quattro reti a Marassi alla Sampdoria e questa regola del tre rilanciata nella stagione in corso: al Verona, al Bologna, alla Spal e poi quattro alla Lazio.
CHE NUMERI. Il Napoli segna (in campionato) lontano da Fuorigrotta, senza mai fermarsi, da diciannove partite di seguito: ne ha realizzati complessivamente cinquantotto, che trascinano la media a tre a partite. Ma in questa sequenza (quasi) perfetta bisogna poi aggiungere anche altro: ad esempio i due gol in casa del Benfica e quello al Real Madrid o quello alla Juventus in coppa Italia (la semifinale di andata della passata stagione) e quest’anno i due graffi al Nizza, quello allo Shakhtar, in una partita densa di rimpianti.
VERTICALE. Tutto sommato, sessantasei reti per le venticinque partite, la capacità di far male a chiunque – grandi e piccine – che infonde autostima alla vigilia di due trasferte da brividi, la prima all’Olimpico di Roma la seconda a seguire, immediatamente, dopo tre giorni, a Manchester, in casa del City. Però l’andatura è rilevante, pure in questa fase della stagione (soprattutto in campionato), dove il Napoli ne ha segnati tredici in quattro gare che diventano sedici in sei: niente male, a pensarci bene.
DIFFERENZE. L’esplosione di Mertens ha avuto un ruolo, ovvio, ma raccontano gli almanacchi che anche il primo-Napoli del Sarri-bis, quello con Milik centravanti, ha sempre sostenuto che la miglior difesa sia l’attacco: perché quando ancora il polacco era il terminale offensivo della squadra (le prime sette partite della passata stagione in campionato), di gol ne vennero registrati nei tabellini quattordici. Ed altri otto nelle tre di Champions in cui lo sfortunato bomber ha potuto esserci. Il Napoli, fuori casa, negli ultimi due campionati, è andato in bianco soltanto a Bergamo e, prim’ancora, a Marassi, contro il Genoa: dunque l’allievo e il Maestro – Juric e Gasperini – sono riusciti a trovare il tempo e il modo per erigere il muro, per trovare le contromisure. In Champions, l’unica serata storta degli attaccanti s’è verificata al san Paolo, controla Dinamo Kiev. Esagerare è un dono…
Fonte: CdS