De Laurentiis a Premium: “Sarri è un toscano, ma è nato a Napoli. Dopo quasi tre anni è divenuto un “paravento”
Aurelio De Laurentiis, premiato a Firenze al Festival del Calcio, ha parlato ai microfoni di Mediaset Premium. Il presidente del Napoli ha toccato vari argomenti.
“E’ stato molto semplice portare il Napoli in alto, anche se sembrava complesso. Del calcio non sapevo nulla, ma sapevo abbastanza di cinema: applicandone le stesse regole, piano piano siamo arrivati dove siamo ora. Otto anni in Europa sono una bella sfida considerando che siamo partiti della C. Alla fine del primo anno di A mi dissero che eravamo 525esimi nel ranking uefa, ora siamo 12esimi, questo ranking lo amiamo. Non abbiamo sbagliato nessun allenatore: Mazzarri, Reja, Benitez, Sarri, che è un fenomeno… Diciamo che è stato un modo piacevole di diversificare e diventare coscienti di cos’è il calcio, prima non lo sapevo”.
Che titolo darebbe al Napoli? “Non lo so, non sarebbe un film ma una serie tv di successo. Visto che ora vanno tanto di moda. Abbiamo scoperto tramite la Nielsen, alla quale ho pagato un lauto compenso, ed è venuto fuori che i tifosi azzurri compresa l’Italia sono 35 milioni, mentre i simpatizzanti arrivano a 120”.
Sarri dice che la Juve è più forte, Allegri dice che è più facile essere belli che vincere. “Ognuno se la canta e se la suona. Io dico che siamo belli e vinciamo, ma accettiamo qualsiasi battuta”.
Con la Roma voleva giocare alle 18. “Avevo soltanto programmato e pregato di spostare l’orario per consentire ai tifosi azzurri di esserci, visto che c’è una certa tensione dopo l’incidente che costò la vita al povero Ciro. C’è stato un ripensamento, cosa che ignoravo, credo che nella gara contro la Lazio a Roma l’Osservatorio abbia avuto da ridire sul comportamento dei tifosi partenopei venuti all’Olimpico. Lo ignoravo, ma ognuno paga le conseguenze dei propri comportamenti. Non potranno esserci i residenti in Campania, ma tutti gli altri potranno farlo: spero siano numerosi”.
Mertens tra i candidati al Pallone d’Oro. “Non abbiamo voluto cambiare nessuno, abbiamo aumentato lo stipendio a tutti e quello è stato il più grande acquisto. Con gli arrivi di Ounas e Mario Rui abbiamo rinforzato la squadra, vedremo con l’incidente di Milik cosa accadrà. Per fortuna si è infortunato un mese prima dell’anno scorso e tornerà prima. L’ultimo giorno di mercato ebbi l’intuizione che potesse esserci qualcosa che non andava, e volli prendere Inglese. Avvisai Campedelli che a gennaio in caso di incidenti avrei potuto bussare alla sua porta, e busserò, busserò… ma non vi anticipo altro”.
Mancanza di Higuain. “Penso che Higuain senta molto più la mancanza di Sarri. Il mister è un gentiluomo e un uomo estremamente dolce, e dirà il contrario, ma qui in Italia nessuno vuole litigare con nessuno, io invece ci metto la faccia e voglio litigare con tutti (ride, ndr). Noi lo abbiamo rispolverato dopo il Real Madrid, ma chi viene a Napoli fa sempre benissimo: Cavani al Palermo non faceva 30 gol, idem Lavezzi che è espoloso con noi. Penso a Quagliarella, che ha vissuto un anno col groppone in gola per un male che nemmeno noi conoscevamo, altrimenti me lo sarei tenuto, puntavo tanto su di lui”.
Sarri non ha mai esternato la voglia di restare 10 anni in azzurro. “Sarri è un toscano, una terra straordinaria. È nato a Napoli, è un toscanaccio preciso ma dopo questi tre anni è anche napoletano: ora è un po’ più ‘paravento’, vedremo cosa accadrà. Gli auguro in ogni caso una carriera luminosa”.
Sul VAR. “Non vedo troppe perdite di tempo, anzi, io riformerei il calcio totalmente: aumenterei i cambi, eliminerei l’intervallo e farei due minuti di pausa ogni dieci. Ottenni di poter allargare le panchine in Serie A, chi restava in tribuna era triste, era una cafonata e in Europa è ancora così”.