Le colonne del Napoli: ossa, cervello e cuore di una squadra da 10 vittorie e 33 gol
Undici uomini: i prescelti. Ossa, cervello e cuore del Napoli che in undici partite stagionali ha già messo insieme la bellezza di 10 vittorie e 33 gol tra il campionato, comandato a punteggio pieno e con il record di reti segnate in sette partite (25), e la Champions. E nonostante la rosa sia ampia e competitiva in ogni singola unità, come confermano i cambi e il dato di undici formazioni sempre diverse, finora Sarri ha dimostrato di avere certe predilezioni: lo dicono i numeri. Lo dicono i minuti collezionati dagli undici giocatori più impiegati in assoluto: e considerando i risultati del Napoli, non si può fare altro che registrare e applaudire le scelte.
SQUADRA SCUDETTO. E allora, l’elenco e i minuti. Un legame inscindibile per dire e per spiegare: Reina e Koulibaly, 990’; Ghoulam, 987’; Insigne, 957’; Callejon, 909’; Mertens, 831’; Hysaj, 803’; Hamsik, 752’; Allan, 685’; Albiol, 677’; Jorginho, 668’. In ordine sparso, in pratica, la squadra titolare. Il Napoli che sta viaggiando alla velocità della luce sin dall’inizio della stagione e che, presumibilmente, sarà incaricato fino alla fine di provare a portare a termine la missione scudetto. E tutto il resto.
PIU’ TITOLARI. All’interno dell’elenco, esistono poi gli imprescindibili: Reina e Koulibaly, che tra l’altro non hanno saltato neanche un istante delle undici partite giocate finora tra campionato e Champions; Ghoulam, Insigne, Callejon e Hamsik, altri quattro titolari inamovibili con qualche sostituzione in corso d’opera; Mertens e Allan, undici presenze ciascuno con Dries dall’inizio nove volte e il collega sette; Hysaj, nove presenze e sempre dal primo minuto; Albiol e Jorginho, otto partite giocate da titolari. Un quadro piuttosto chiaro di quanto è accaduto finora.
LE VALUTAZIONI. La predilezione per gli undici uomini di cui sopra, comunque, non è figlia di un sistema cervellotico. Ovvero: le scelte fatte fino a questo momento da Sarri non hanno a che vedere con la tendenza a fidarsi di un ristretto numero di fedelissimi, bensì sono fondate sulla valutazione dello stato di forma, come nel caso di Allan (indiavolato); della funzionalità, vedi il confronto Jorginho-Diawara, con il primo in grado di assicurare geometrie vitali per una squadra che fa del gioco e dello strapotere offensivo una religione; e ora anche della necessità, conseguenza diretta dell’infortunio di Milik. Fermo restando che il tridente, con Mertens, Insigne e Callejon è l’essenza pura dello spettacolo. E dunque del Napoli stesso.
PANCHINA LUNGA. In questa prima parentesi di stagione, comunque, hanno dato un contributo importante anche Zielinski, nove presenze e due gol, di cui uno fondamentale con l’Atalanta. Maggio, Chiriches e Maksimovic, due veterani sempre pronti e un patrimonio da valorizzare dopo tante problematiche d’inserimento. Diawara e Rog, il nuovo che avanza ma che, nel caso del mediano africano, ha già collezionato soddisfazioni importanti. Ounas: l’ultimo talento di casa azzurri nonché la nuova scommessa di Sarri. Più ai margini Mario Rui e Giaccherini, una e due presenze; Tonelli, Rafael e Sepe ancora a secco. Panchina molto lunga.
Fonte: CdS